Dal 9 all’11 novembre, alla Città dei Ragazzi, si è svolto un ritiro formativo con il vescovo Castellucci

Bottega di Nazaret, un laboratorio di fede e politica

Giovani, politica e Vangelo. Tre parole che spesso fanno fatica a stare insieme ma che, nel loro intersecarsi e contaminarsi, rappresentano forse le tre più grandi urgenze del nostro tempo. Coniugare queste tre parole con i bisogni e le necessità del tempo presente è stato l’obiettivo de La bottega di Nazareth, un weekend di formazione svoltosi dal 9 all’11 novembre alla Città dei Ragazzi. A guidare le riflessioni per i 24 giovani coinvolti il vescovo Erio Castellucci.

L’idea è nata la scorsa estate quando, sulle Dolomiti, si è condivisa l’esperienza di Lab.ora, esperienza di formazione sulla dottrina sociale della Chiesa a cui avevano partecipato due giovani modenesi nella primavera scorsa. Il tema ha subito attirato l’attenzione di tanti ed ha così preso forma un progetto che, con l’impegno del Vescovo, si è concretizzato in un’esperienza forte e destinata a non restare isolata.

Il corso è servito alla creazione di una «grammatica comune», un approfondimento generale su come il Vangelo e la dottrina della Chiesa interpretano l’impegno politico e sociale. L’arcivescovo, dopo un excursus tra i più importanti documenti ecclesiali dalla Rerum Novarum in poi, si è concentrato sui principi fondamentali del cattolicesimo in politica: la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà, con un’appendice sui concetti di democrazia e laicità. Il sabato mattina è stato dedicato a un approfondimento sui temi di famiglia, rispetto della vita umana ed educazione, letti attraverso il «libro» del corpo umano.

Nel pomeriggio invece spazio a un laboratorio sulla comunicazione nel mondo dei media e dei social, guidato dal giornalista Paolo Tomassone, presidente del Centro Ferrari. Domenica mattina si sono approfonditi rispetto per il creato, pace, migrazioni e giustizia sociale, letti stavolta attraverso la metafora della «casa comune», presa direttamente dall’enciclica Laudato sì. Ma non è tutto. Nel corso delle serate e degli intervalli c’è stato spazio anche per alcuni laboratori guidati da don Stefano Violi, per la preghiera e per la Messa quotidiana, fino all’Eucarestia di domenica in Duomo con il cardinale Montenegro. Fra i partecipanti alle sessioni di formazione con il vescovo e ai successivi approfondimenti anche don Matteo Cavani, vicario diocesano per la pastorale sociale, e il direttore di Trc Ettore Tazzioli.

Molto soddisfatti i ragazzi che hanno partecipato a un weekend intenso e pieno di contenuti. «Un’esperienza da portare avanti – ci spiega Daniele Uccellari della Madonna Pellegrina – sia dal punto di vista delle relazioni, sia per quel che riguarda l’approfondimento delle tematiche di attualità, di cui però è stata trattata, per mancanza di tempo, solo una minima parte. Mi ha colpito molto il grado di attenzione e di ascolto dei miei compagni nei confronti di tutti i contenuti proposti, e credo che questo approccio sia il punto di partenza per iniziare ad impegnarci con maggiore consapevolezza nella nostra società».

«Da qualche anno a questa parte – dichiara Francesco Tedaldi – convivo con la consapevolezza che il primo passo lo debba fare io, il primo a cambiare devo essere io. L’ascolto ed il dialogo sono la base per poter migliorare il mondo cominciando a migliorare se stessi, quindi l’esperienza in sé si è rivelata molto positiva, proprio perché alternava momenti informativi a momenti di confronto. Per questo ringrazio, nella speranza che i tre giorni passati possano essere soltanto l’inizio di futuri incontri, così da non tornare a “sedermi” tra le comodità che mi circondano ogni giorno».