Il Natale porti a tutti la gioia del cuore

Anche quest’anno, avvicinandosi il Natale, vorrei entrare in ogni casa e in ogni cuore per dire ad ognuno il Mistero del Natale con quelle parole che rispondono all’anelito profondo che egli porta nel cuore in questo momento.
Interpretando questo anelito, dopo aver ascoltato anche il mio cuore, auguro a tutti che il Natale porti la gioia del cuore.
Nella S. Messa della notte di Natale ascolteremo l’annuncio fatto ai pastori: ‘Vi annuncio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’. Abbiamo bisogno di gioia.
Sempre più frequentemente e diffusamente oggi si ha l’impressione che l’uomo, sopraffatto dalle difficoltà che incontra o dall’attivismo vorticoso delle sue giornate, caduto nella rassegnazione, nella disaffezione o nell’indifferenza, non sappia più vivere in una dimensione ordinaria di gioia, ma sia tutt’al più alla ricerca dello straordinario o di ‘eventi’, a cui abbandonarsi passivamente con la speranza che facciano ‘sentire vivi’ e riempiano la vita.
Di fronte a questa fuga dell’uomo da se stesso, dalla bellezza della vita, dalla ricchezza racchiusa in tante esperienze, è forse necessario re-imparare a trovare un centro a se stessi e alla propria felicità, e questo centro non si trova che nel profondo del cuore, là dove Dio chiede di tornare ad incontrarlo.
Romano Guardini, un grande filosofo e teologo a me molto caro, dedica una delle sue ‘Lettere sull’autoformazione’, la prima, alla gioia del cuore e dice: ‘Noi vogliamo far sì che il nostro cuore divenga lieto. Non allegro, che è qualcosa di completamente diverso. Essere allegri è un fatto esterno, rumoroso, e presto si dissolve. La gioia invece vive nell’intimo, silente, è profondamente radicata nel cuore stesso, nella più riempita intimità. Ivi abita Dio e Dio stesso è la fonte della vera gioia’.
Papa Francesco ci ha fatto dono di una Esortazione Apostolica che porta il titolo significativo ‘Evangelii Gaudium’ (La gioia del Vangelo). Tutto il Vangelo è racchiuso fra l’annuncio della grande gioia della nascita del Salvatore a Betlemme e la gioia esplosa all’alba del primo giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione.
E’ la gioia che nasce dalla presenza di Gesù nella nostra vita, dal sentirsi accolti e amati da Lui. Se il Figlio di Dio, Gesù, si fa uomo, è perché ama l’uomo, è perché l’uomo è ‘ prezioso’ ai suoi occhi. Uno potrà obiettare di non credere in Dio; anche a lui però la fede cristiana può dire: ‘Dio crede in te’.
La gioia del Natale è esperienza di pienezza di senso che illumina il presente e lo apre al futuro consentendo la speranza. E questo avviene grazie all’Incontro con l’amore di Dio. La gioia del Natale è gioia di tutti ( ‘ per tutto il popolo’) perché è connessa non solo all’incontro con Dio ma anche all’incontro con l’altro; diventa gioia di ‘essere insieme’, gioia degli affetti, gioia della convivialità. Il Natale ci porta tutto questo.
E’ significativo che la formula di saluto di molte culture comprenda la parola ‘gioia’.
Concludo con le parole di Papa Francesco: ‘La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù , che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili’. Buon Natale a tutti.
                         
                                                                                                                                    + Antonio Lanfranchi, arcivescovo