Domenica alle 15 la visita in San Giuseppe aprirà un percorso alla riscoperta dell’arte sacra a Modena con l’Ufficio pellegrinaggi

Il Tempio Monumentale novant’anni dopo

La chiesa di San Giuseppe Artigiano al Tempio monumentale è stata inaugurata 90 anni fa, il 3 novembre 1929. Qui, domenica 27 gennaio alle 15, inizierà il percorso di visita alle chiese modenesi proposto dall’Ufficio pellegrinaggi, che comprenderà altre tre tappe: il 24 febbraio la chiesa della Beata Vergine delle Grazie in via Sant’Agostino, seguita il 10 marzo dalla Basilica abbaziale di San Pietro e il 24 marzo da Santa Maria delle Assi, in Canalgrande. Tutte le visite avranno luogo alle 15, dureranno circa un’ora e saranno su prenotazione (mail: pellegrinaggi@modena.chiesacattolica. it, telefono: 0592133863 al lunedì, mercoledì e dalle 9.15 alle 12.30).

Il Tempio monumentale, sede della parrocchia di San Giuseppe, sorse per volontà dell’arcivescovo Natale Bruni come tempio espiatorio e come memoriale dei caduti della provincia di Modena nella Grande guerra: i loro 7237 nomi sono incisi, a lettere dorate, sulle lastre di marmo verde della cripta. L’edificio sacro fu progettato da Domenico Barbanti (1872–1953), allora ingegnere capo del comune, in collaborazione con Achille Casanova ed è caratterizzato da una pianta centrale a croce greca, sovrastata da una grande cupola, affiancata da quattro snelli campanili, culminanti in altrettante cupole.

Il rosone della facciata allude al monumento più antico di Modena, il Duomo, mentre il portale in rame sbalzato, opera di Adamo Pedrazzi e del figlio Rubens, realizzato solo nel 1952, si compone di 54 formelle raffiguranti i Misteri della fede, con particolare riguardo alla Passione, morte e Risurrezione di Cristo e alla discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste sulla prima comunità cristiana. Nella cappella di sinistra si trova un gruppo in terracotta raffigurante la deposizione di Gesù dalla croce, opera di Armando Manfredini. Nella cappella di destra, invece, è collocata la tomba di monsignor Natale Bruni, la cui effigie in marmo, è opera dello scultore Giuseppe Graziosi: eccezione alla consueta sepoltura degli arcivescovi in Duomo e segno del particolare legame tra monsignor Bruni e la chiesa dedicata ai caduti