Insieme per aiutare chi è più fragile

Papa Francesco e il vescovo Erio Castellucci hanno più volte utilizzato l’immagine della barca per descrivere ciò che sta accadendo in questo momento. Una barca sbattuta dalla tempesta e in cui «nessuno si salva da solo», dove è fondamentale l’apporto di tutti per remare, buttar fuori l’acqua ed arrivare a un porto sicuro. Un ruolo fondamentale in questa barca ce l’ha la Chiesa che, a volte pubblicamente e a volte nel silenzio, compie un’opera di aiuto e di fondamentale cucitura del tessuto sociale. Tutto questo accade anche a Zocca dove, fin dall’inizio dell’epidemia, parrocchia e Caritas hanno iniziato un’opera di assistenza fondamentale, da sole e in collaborazione con altre associazioni del territorio. Ecco allora che, insieme a Comune di Zocca, Auser e Avap, sono stati attivati servizi per gli anziani soli: prima attraverso la consegna di spesa e medicine a domicilio, poi attraverso una rete di telefonate con lo scopo di raggiungere tutte le situazioni potenzialmente a rischio. Sempre insieme a Comune e associazioni si sono svolte collette alimentari all’esterno dei market nel corso di due weekend.

La Caritas parrocchiale si è infine fatta promotrice di una raccolta fondi per l’acquisto di un ecografo destinato al pronto soccorso di Vignola: per l’apparecchio, necessario a monitorare la situazione polmonare dei malati covid, sono stati raccolti 12.500 euro. È però indispensabile racchiudere il servizio di queste settimane in una cornice ben più grande. «A volte – spiega don Marcin Lofek, parroco di Zocca – la Caritas è vista come una semplice associazione di beneficenza. Ma la beneficenza arriva alla fine, tutto ha inizio dalla testimonianza cristiana, dalla necessità per un cristiano di amare gli altri, a partire dai più fragili. E non si tratta solo di dare soldi, ma soprattutto di donare il proprio tempo per gli altri. È un’opera che ci educa alla carità e che deve essere inserita nella vita pastorale della parrocchia». E così ogni primo venerdì del mese viene celebrata una Messa per i volontari e gli assistiti, seguita da Adorazione eucaristica e litanie al Sacro Cuore. E da questo nucleo di testimonianza parte poi un’azione che negli ultimi anni è cresciuta molto. Un importante salto di qualità c’è stato quattro anni fa, con l’apertura di un centro Caritas in una struttura affidata in comodato gratuito dal Comune. Lì è presente un magazzino dove sono custoditi i generi alimentari e dove vengono distribuiti i pacchi per le famiglie indigenti. È presente anche un piccolo emporio dove è possibile acquistare al prezzo simbolico di 50 centesimi o un euro vestiti, scarpe e oggetti per la casa. Due volte al mese i volontari aprono le porte per consegnare di persona gli aiuti, fare una chiacchierata con chi ha bisogno, dare qualche dritta per trovare un posto di lavoro. Un sostegno concreto viene dato anche per le bollette, grazie ai soldi raccolti con la pesca di beneficenza, attiva per tutta l’estate vicino alla chiesa. «Serviamo circa un’ottantina di famiglie – spiega Alessandra Righetti, responsabile della Caritas zocchese – e se facciamo una proporzione con Comuni più grandi del nostro è evidente che qui abbiamo una presenza significativa di situazioni difficili. Credo che dipenda dal fatto che a Zocca gli affitti sono più bassi e quindi c’è chi si trasferisce qui, pur continuando a lavorare in pianura. Siamo sempre in stretto contatto con le assistenti sociali visto che non basta dare un pacco a chi è difficoltà, occorre seguirlo in maniera completa». La situazione è sicuramente peggiorata dopo l’inizio dell’emergenza covid. «È difficile fare stime ma sicuramente chi prima svolgeva lavori saltuari ora si è trovato di colpo senza niente. I volontari coinvolti sono circa una sessantina, alcuni sempre presenti altri attivi quando possono, in forme e modi diversi».