La carica dei 5mila alla festa dei cresimandi col Vescovo

Affidare ai più piccoli la spiegazione del sentimento più grande.
Il Vescovo Castellucci ha preso in prestito le parole dei bambini e le loro risposte alla domanda “che cos’è l’amore?” per raccontare ai ragazzi e ai genitori presenti, sabato 10 marzo 2018 al PalaPanini, alla festa dei Cresimandi il comandamento dell’amore, dal brano del Vangelo scelto per l’occasione (Gv 15, 9-17). <La domanda più importante della nostra vita – ha aperto il suo intervento il presule di Modena-Nonantola – è: “chi ci ama?”. Nel Vangelo di Giovanni abbiamo sentito tante volte pronunciare la parola “amore”, ma per capire cosa significa l’ho chiesto ad alcuni bambini. Lorenzo di 5 anni ha detto che l’amore per lui è quando lei mi corre dietro nel corridoio per abbracciarmi e io scappo, perché mi vergogno con i miei compagni. Questo pensiero – spiega Castellucci – ci fa capire che l’amore è anche passione, sentimento e non dobbiamo avere paura dei nostri sentimenti. Una bambina di 6 anni, Cecilia, ha detto che non bisogna mai dire ti amo se non è vero, ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Quando crediamo fortemente ad una cosa la ripetiamo. Nel Vangelo Gesù ci dice continuamente che ci vuole bene, a volte col linguaggio della severità, perché chi vuole bene deve anche correggere, altre volte col linguaggio della tenerezza, ma sempre col linguaggio dell’amore. Lucia, 5 anni, ha detto che per lei l’amore è il nonno che mette lo smalto alla nonna perché ha l’artrite, nonostante anche lui abbia l’artrite. Questa bambina ha colto che amare costa, non è una passeggiata, è impegnativo, ma ci dà una grande gioia. Catia ha 4 anni e ha detto che l’amore è quando la mamma vede papà sudato e sporco e gli dice che è bellissimo lo stesso. In effetti così fa anche il Signore, che quando siamo sudati e sporchi, cioè quando abbiamo combinato qualcosa di sbagliato, ci ama ugualmente. Chi ama riesce a vedere dentro. E infatti il Signore ci dice: “Tu sei prezioso ai miei occhi”. Samantha è una bambina di 5 anni e risponde così alla domanda: “L’amore per me è quando mia sorella mi regala dei vestiti vecchi, anche se poi esce e se ne compra dei nuovi”. Questa bambina – prosegue il pastore di Modena-Nonantola – ha colto un altro aspetto dell’amore: chi ama lo fa donando, ma riceve molto in cambio. Quando amiamo apparentemente perdiamo, ma in realtà riceviamo molto di più. Noi siamo fatti per amare, non per conservare gelosamente quello che abbiamo. L’ultima risposta che ho scelto – chiosa Castellucci – è di Mattia, 7 anni. Per lui l’amore è quando dai delle patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro ne dia a te. Questa risposta mi ha fatto venire in mente Gesù quando dice che quando si ama non si deve pretendere qualcosa in cambio, perché così sanno fare tutti. Amare davvero significa dare senza pretendere nulla in cambio: questo è l’amore vero, l’amore gratuito>. 


Il Vescovo Castellucci si è poi rivolto ai genitori, sempre prendendo in prestito la risposta di un bambino: <Quando gli ho chiesto cosa fosse per lui l’amore, Giacomo mi ha raccontato di quando suo fratellino di 4 anni è andato dal suo vicino che aveva perso la moglie e l’aveva semplicemente aiutato a piangere. Questo episodio mi ha fatto pensare che l’amore spesso è silenzioso, si preoccupa solo di esserci, non di trovare ragioni. Mettersi a parlare in alcune occasioni non serve, è banale. Noi dobbiamo trasmettere la speranza che Gesù ci ha portato che passa attraverso la presenza. Il dono più grande che fate ai vostri ragazzi è quello di esserci, nonostante gli impegni e le tante cose da fare. Oggi la vita ci costringe a stare spesso fuori casa, ma è possibile curare la qualità del tempo, stare lì per loro, dedicare un po’ di tempo alle domande dei ragazzi, che spesso non ne fanno perché non trovano chi li ascolta. Quando fate sentire che ci siete e che volete bene ai vostri figli avete già fatto tutto quello che è possibile. Anche se non sono i primi della classe o campioni nello sport, – conclude Castellucci –anche se sono ragazzi normali, l’importante è che siano amati>.