L’Africa che si muove, l’Africa che promette

 
 
Nelle giornate del 30 aprile, 1 e 2 maggio la comunità africana francofona, insieme alla pastorale Migrantes diocesana, invita a tre giornate di incontro, sport e festa
Il primo appuntamento è per venerdì 30 aprile: alle ore 19 nella sala parrocchiale di S. Agostino si svolgerà un incontro, moderato da Cècile Kyenge. Parteciperanno don Denis Malonda, che introdurrà sul tema ‘Gesù Risorto come lievito dell’Africa che si alza’,  Antoine Zanga, Ambasciatore del Camerun presso la Santa Sede : ‘A favore di una nuova Africa’, l’on. Jean-Léonard Touadi : ‘Sguardo intorno al cinquantesimo anniversario delle indipendenze africane’; Kossi Komla-Ebri: ‘Diaspora nera in Italia. Il suo contributo nel processo di integrazione’. Seguirà un rinfresco.
Sanato 1 maggio la mattinata di sport, presso il CUS, nella quale si fronteggeranno squadre di calcio composte da atleti di diverse nazionalità: alle 11 la partita femminile ed alle 12 quella maschile; al termine la consegna del trofeo, con don Giuliano Barattini e don Graziano Gavioli.
In serata dalle 18 presso la parrocchia S. Agostino, Gérad Njen conduce la visita guidata alla mostra del viaggio del Santo Padre in Africa e di arte africana. Dalle 19 festa con balli africani, sfilata di moda, concerto religioso, poesie e teatro.
Domenica 2 maggio alle ore 11, nella chiesa di S. Agostino, la S. Messa presieduta da mons. Paolo Losavio, vicario generale; saranno presenti i cappellani delle comunità dei migranti a Modena e delle comunità francofone africane in Italia. A seguire banchetto comunitario sulla piazza, a base di specialità di Benin, Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Togo e Modena.
Don Germain Nzinga, il cappellano della comunità francofona africana, ci racconta la nascita del progetto: ‘ La tre giorni ha una radice biblica: meditando il vangelo di Giovanni, vediamo che Gesù ha iniziato il suo ministero con le nozze di Cana, dove trasformando l’acqua in vino ha permesso la gioia: Come comunità africana abbiamo pensato che il miracolo non è per caso, ma è un anticipo del banchetto del cielo: la gioia di vivere deve già iniziare qui   essere insieme come sale nella tavola eucaristica, essere insieme e vivere la gioia il Signore ci ha provato che la vittoria è sicura. Da qui il desiderio di organizzare le ‘giornate africane di Cana’, in cui esprimiamo la nostra gioia di vivere, nella certezza che da quando Lui ha vinto la morte nulla può farci paura’.
‘Il nostro desiderio ‘ prosegue don Germain – è di essere nella gioia con il popolo che ci ha accolto, mostrare nella vita quotidiana che siamo membra di un solo corpo, che è possibile vivere insieme nonostante le differenze culturali. Vogliamo mostrare ai modenesi, per favorire l’integrazione, che cosa è davvero l’Africa: attraverso la cucina, il modo di pregare   vogliamo favorire la conoscenza reciproca. Così saprà possibile costruire una Chiesa in cui le differenze culturali sono una ricchezza, perché al centro c’è Cristo’.