L’ingresso di mons. Lanfranchi

 
La folla delle grandi ocasioni, un’assemblea attenta ed affettuosa ha seguito la celebrazione in cattedrale, moltissimi applausi per mons. Benito Cocchi e altrettanti per il suo successore mons. Antonio Lanfranchi, al suo ingresso in Diocesi.
 
 
Ecco uno stralcio dell’omelia
 
E’ con trepidazione, ma anche con gioia e affetto che mi presento a voi, fratelli e sorelle carissimi, della Chiesa di Modena-Nonantola, per iniziare il mio servizio episcopale, accogliendo con devozione filiale e con animo grato la decisione del Santo Padre, Benedetto XVI.
Se il gravoso compito che mi è affidato come Vescovo mi riempie di tremore, l’accoglienza affettuosa che mi avete riservata mi dà forza e serenità.
Saluto con particolare affetto e con gratitudine Mons. Benito Cocchi, che oggi mi ha passato il pastorale e che oggi celebra il 51° anniversario di ordinazione sacerdotale. So quanto significativo sia stato il suo servizio episcopale in diocesi. Questo mi riempie di responsabilità a proseguire il cammino intrapreso, obbedendo alla storia di questa diletta Chiesa.. Grazie, Eccellenza, siamo certi che continuerà a seguirci, soprattutto con la preghiera di intercessione e anche noi non ci dimenticheremo di Lei.  Saluto poi  Mons. Paolo Losavio per le espressioni augurali che mi ha rivolte e per avermi aiutato ad entrare nel cammino concreto dell’arcidiocesi.
Mi unisco a lui nel saluto a tutte le autorità civili, religiose e militari, di ogni ordine e grado, a pertire dal nunzio apostolico mons. Giuseppe Bertello e dal senatore Carlo Amedeo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, delegato a rappresentare il Governo.
Un saluto affettuoso ai miei compaesani e a tutti i piacentini: le proprie origini danno l’impronta a tutta la vita. Con uguale affetto saluto i cesenati, che hanno segnato in modo indelebile i sei anni trascorsi con loro.
Saluto tutti voi, popolo dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, nella bellezza e nella varietà dei doni di cui l’ha arricchita lo Spirito Santo.
Vorrei riprendere quello che dicevo al signor Sindaco nella Chiesa del Voto. Grazie Modena. Mi sento ormai legato a te e a tutti i tuoi abitanti, a cui voglio consegnare tutte le mie energie. Vengo volentieri, con i valori grandi della vita, assimilati anzitutto nel piacentino, la terra delle mie origini, e con la compagnia buona, corroborante, dei molti legami che il Signore mi ha dato di tessere a Cesena, sicuro che non si recideranno mai, ma saranno arricchiti dai tanti che sicuramente da oggi avrò la possibilità di costruire con la tua gente.
Un saluto affettuoso alle persone che sono rimaste fuori dalla Cattedrale e che sono collegate tramite gli schermi posti all’sterno e a quelle che seguono la diretta televisiva, in particolare agli ammalati e a quelli che non hanno potuto muoversi.
 
 
 
In allegato: il saluto dei giovani nella chiesa di S. Agosstino, il saluto alle autorità nella Chioesa del Voto, il saluto della Diocesi e l’omelia.
 
La foto è di Dante Farricella