Chiesa di Santa Caterina, l’Ufficio missionario organizza con Emi un incontro aperto a tutti

L’islam raccontato oltre i pregiudizi

Pregiudizi e fake news riguardanti l’islam in un incontro con un autorevole teologo francese. La chiesa di Santa Caterina ospita lunedì 13 maggio alle 21 padre Adrien Candiard, domenicano, membro dell’Institut domenicain d’études orientales del Cairo.
Nel corso dell’incontro, moderato da Matteo Morandi, padre Candiard presenterà il suo ultimo libro «Comprendere l’islam. O meglio, perché non ci capiamo niente». (Editrice Missionaria Italiana) e cercherà di smontare i tanti cliché legati alla seconda religione del mondo, praticata da 1 miliardo di persone.
Il punto di partenza sarà proprio il titolo: perché non ci capiamo niente. Contrariamente al pensiero comune, spiega l’islamologo francese, l’islam non è un monolite, ci sono più musulmani in India che in Medio Oriente e non tutto il Senegal è in mano all’Isis. Un altro pregiudizio è che tutti i musulmani sono uguali. È falso: esistono infatti due profonde spaccature all’interno dell’islam, come spiega lo stesso Candiard: «l’opposizione tra sunniti e sciiti è incandescente; e sta emergendo, in seno allo stesso sunnismo, una guerra molto aspra per la definizione dell’ortodossia». A livello politico la prima tensione si traduce nella rivalità tra Iran e Arabia Saudita, le due grandi potenze che tengono in mano lo scacchiere geopolitico del Medio Oriente. L’ascesa dello Stato Islamico e il conflitto in Siria derivano entrambi da questo gioco di forze: «L’opposizione tra sunniti e sciiti colora tutte le guerre della regione, quando non ne è direttamente la causa». La seconda spaccatura, invece, quella apertasi in seno allo stesso sunnismo, vede contrapporsi l’ala del salafismo con l’islam classico, culturale, quest’ultimo gradito all’Europa e agli Stati Uniti perché da sempre considerato «pacifico». Il salafismo – che professa un ritorno alla purezza delle origini e che ha trovato il suo apice nell’unione con il wahabismo dell’Arabia Saudita –, appare oggi come quell’islam fondamentalista che occupa le prime pagine dei giornali. Tuttavia, sottolinea Candiard nel suo libro, nonostante «il salafismo crea le condizioni intellettuali e spirituali della violenza», la maggioranza dei salafiti sono dei devoti fedeli poco
 interessati alla guerra.
Durante l’incontro l’esperto di islam parlerà anche 
della differenza tra islamismo e salafismo. Al salafismo il potere interessa poco, dice Candiard, mentre per l’islam politico (come quello rappresentato dai Fratelli musulmani) il potere ricopre un ruolo centrale e rappresenta il veicolo per attuare una vera riforma della società. «Il fatto è che i Fratelli non cercano di distruggere il mondo moderno. Gli islamisti non hanno un vero contromodello da opporre alla modernità: cercano soprattutto di islamizzarla. La forza del salafismo sta invece nella sua solida proposta di una società diversa, sul modello della comunità primitiva di Medina». È per questo motivo che i movimenti jihadisti difficilmente potranno sgorgare dall’islam politico; è più facile invece che siano una conseguenza del salafismo. Un ultimo mito da sfatare: l’islam è incompatibile con la democrazia. Secondo l’autore, non vi è una risposta definitiva a questa domanda, ma ci sono stati e ci sono tuttora dei tentativi di affiancare delle legislazioni civili al corpus del diritto religioso: «come per ogni trasformazione di grande entità, – scrive padre Cnadiard – essa ha bisogno di discussione, le cui conclusioni non possono essere scritte in anticipo».
L’incontro, organizzato dall’Ufficio missionario diocesano con la collaborazione di EMI, sarà preceduto alle 19 dalla Messa missionaria mensile.