Per una comunità vicina a chi soffre

La comunità diocesana celebra la 28ª Giornata mondiale del malato innanzitutto nelle parrocchie e nelle strutture sanitarie. Siamo invitati ad intensificare le visite ai malati e alle loro famiglie e a pregare per loro nelle celebrazioni eucaristiche.
Domenica 16 febbraio, alle 15.30, presso la parrocchia di Sant’Agnese di Modena, il Vescovo celebrerà la messa diocesana e somministrerà il sacramento dell’Unzione degli infermi. Animeranno messa e rinfresco la comunità parrocchiale, l’Unitalsi e il Centro volontari della sofferenza.

Sabato 22 febbraio, alle 9, al Centro Famiglia di Nazareth, il Convegno diocesano di Pastorale della Salute, in collaborazione con i diaconi, sarà incentrato sul ministero della consolazione ad un anno dalla sua istituzione a Modena.
Sono invitati anche i fratelli della diocesi di Carpi e di tutta l’Emilia–Romagna. Dopo il saluto del sindaco di Modena, a testimoniare la sintonia delle comunità civile e diocesana nell’attenzione ai malati, don Francesco Scimè, padre Angelo Brusco e il Vescovo Erio Castellucci approfondiranno i fondamenti biblici e quelli psicologici della relazione con le persone fragili. Don Francesco ripercorrerà l’esperienza di figure femminili nella Bibbia, ricordando che il ministero della consolazione è affidato a donne e a uomini e che la consolazione è prima di tutto consolazione da parte di Dio. Padre Brusco porterà l’esperienza dei Camilliani, in prima linea nella vicinanza ai fratelli ammalati e fragili, che richiede competenza e sensibilità, oltre che amore e disponibilità.
Verrà poi ricordato don Sergio Mantovani, per conoscere e fare nostra la sua sensibilità e affetto per le persone fragili, oltre che il suo entusiasmo operativo e concreto nella costruzione di opere per anziani e malati.

Infine, ricordiamo il messaggio del Santo Padre per la 28ª Giornata mondiale del malato, disponibile presso le parrocchie e gli uffici pastorali, oltre che sul sito internet della Conferenza episcopale italiana: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». È Gesù stesso che indica il cammino di grazia e il ristoro offerto a persone fragili, malati, poveri, emarginati dal peso della legge e dal sistema sociale oppressivo, persone fragili che incontrava, e oggi incontriamo, nella vita di ogni giorno. Gesù ha occhi che vedono, si accorgono, guardano in profondità. Non impone leggi, ma offre la sua misericordia, la sua stessa persona. Lo può fare perché egli stesso si è fatto debole, sperimentando la sofferenza umana, e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Papa Francesco concretamente cita malattie inguaribili e croniche, patologie psichiche, quelle che necessitano di riabilitazione o di cure palliative, le varie disabilità, le malattie dell’infanzia e della vecchiaia… In queste circostanze si avverte a volte una carenza di umanità ed è necessario personalizzare l’approccio al malato, aggiungendo al curare il prendersi cura, per una guarigione umana integrale. Il Papa si rivolge ai fratelli e sorelle malati, invitandoli a cercare un luogo per ristorarsi anche nella Chiesa, vera «locanda» del Buon Samaritano. Ricorda poi agli operatori sanitari che ogni intervento preventivo, diagnostico, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione è rivolto alla persona malata, «persona», innanzitutto, con la propria dignità. Li invita ad agire senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile. La vita va accolta, tutelata, rispettata e servita dal suo nascere al suo morire, esercitando se necessario l’obiezione di coscienza. Quando non è possibile guarire, è comunque sempre possibile curare, con gesti e procedure che diano ristoro e sollievo al malato. Infine, un appello del Papa di natura sociale e politica, per i tanti fratelli e sorelle che, nel mondo intero, non hanno la possibilità di accedere alle cure perché vivono in povertà.
Coniugando i principi di solidarietà e sussidiarietà, si cooperi perché tutti abbiano accesso a cure adeguate per la salvaguardia e il recupero della salute.