Oggi in San Benedetto la Messa diocesana del malato, sabato prossimo il convegno dedicato ad Anna Fulgida Bartolacelli

Una testimone nella malattia viva e attuale

Sono due gli appuntamenti per celebrare la 27ª Giornata mondiale del malato: la Messa diocesana del malato e il convegno diocesano di Pastorale della Salute.

La Messa diocesana del malato, che si terrà oggi alle 15.30 nella chiesa di San Benedetto, vedrà la comunità unita intorno al proprio pastore, don Erio Castellucci. La Messa sarà arricchita dalla celebrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, animata dall’Unitalsi e dal Centro Volontari della Sofferenza e seguita da un rinfresco in amicizia.

Il convegno diocesano di Pastorale della Salute, in programma sabato 16 febbraio dalle 9 al Centro Famiglia di Nazareth, sarà dedicato alla figura di Anna Fulgida Bartolacelli, a 25 anni dalla sua morte, attraverso la sua testimonianza viva e attuale, per aiutare i malati ad essere protagonisti nella loro dolorosa vicenda, aiutare chi li assiste e tutta la comunità.

L’arcidiocesi di Modena–Nonantola ha appena vissuto giorni particolari di grazia, con l’istituzione dei primi Ministri della Consolazione per i malati gravi. Anna Fulgida (1927–1993) è Serva di Dio ed è in corso il processo di beatificazione e canonizzazione. Anna, tramite un approccio esistenziale e teologico, nella sua semplicità si dona come donna fuori dal comune non solo per la sua conformazione fisica, ma soprattutto per l’intelligenza acuta, la fede incrollabile, la gioia di vivere, il dinamismo incessante ed instancabile, la capacità relazionale a dir poco stupefacente, la forza e lucidità straordinaria nell’affrontare situazioni dolorose tanto da venir considerata, dai diversamente abili e dai feriti nell’anima, una maestra di vita.

Nella sua esistenza è possibile individuare delle tappe che rappresentano il passaggio dalla consapevolezza di una condizione cronica di sofferenza opprimente alla ricerca e poi alla scoperta del senso dell’esistenza, in un amore totalitario ad immagine di quello del Cristo crocifisso. La capacità di guardare alla sofferenza che può diventare un valore è il punto centrale del suo messaggio, attinto alla scuola del Beato Luigi Novarese. Anna Fulgida ha verificato questo messaggio nell’atto di trasformare la sua sofferenza, in comunione con il Verbo divino, in strumento di redenzione e salvezza per gli uomini di tutti i tempi.