Voci da lontano

Sono lontane e sono vicine, allo stesso tempo. Alice Angeli ed Anna Messora (vedi NT n. 37)   sono partire all’inizio di novembre, direzione Burkina Faso e Madagascar. Una volta c’erano le lettere, che attraversavano il mare in aereo, oggi ci sono i blog e possiamo condividere quasi in tempo reale i pensieri e di racconti delle ‘nostre’ ragazze che hanno scelto di passera un anno condividendo tempo e vita altrove.
 
Anna ha raccontato il suo arrivo ed i suoi incontri, ecco un brano: ‘Altri momenti forti sono state le messe in carcere, che don Giovanni celebra alla domenica: 400 persone in 4 stanzoni (che io per fortuna non ho visto) durante la notte, e durante il giorno in questo cortile interno dove il sole africano inizia a  picchiare dall’alba. La messa in più di un centinaio in una stanza dove si è sempre abbastanza stretti, ma comunque seduti su panchine o stuoie. Domenica scorsa c’era molto caldo e io pensavo di svenire. Non è facile, e per nulla scontato, assistere a una messa in cui non capisci niente, nonostante avessi il libretto della messa e i testi dei canti in malgascio e le letture in italiano. Sono comunque messe molto intense, piene di canti e molto partecipate, la prima volta (ma anche la seconda!) che ho sentito ‘levarsi’ questo canto, senza prove, cantato da tutti (non come in Italia) e con più di una voce… mi è venuta la pelle d’oca. In più a fine messa se c’è qualche detenuto che in settimana esce dal carcere, don Giovanni gli dona dei vestiti nuovi e lo veste, sia per pura necessità, che per simboleggiare l’inizio di una nuova vita; dopodiché c’è un canto di ringraziamento in cui il detenuto, vestito di nuovo, rimane al centro e balla. Ancora una volta mi sono sentita ‘privilegiata’ nel poter assistere e condividere la gioia di quei carcerati, che riottenevano la libertà dopo anni di vita tra quelle 4 mura, magari pur essendo innocenti: in Madagascar se ti accusano vai subito in prigione, anche senza prove, poi solo successivamente inizia il processo!Il tempo di attesa ovviamente è variabilissimo, anche se è inversamente proporzionale alla ricchezza dell’accusato!’.
 
Andiamo in Burkina da Alice: ‘Occhi ancora un po’ chiusi, forse più per la luce accecante delle 8.30 piuttosto che per la notte disturbata dal freddo, ma che inevitabilmente si spalancano quando, scesi dalla macchina, tre bambini sono corsi verso di noi: Ismael, Babane e Farid. Tendono le loro mani sporche e un po’ umidicce, educatissimi fin da piccoli quali sono nei saluti. Ismael ritarda un po’, fruga nelle tasche dei suoi jeans, ma capisco che devo aspettare. Mi chino per farmi più vicina a lui ed ecco che mi allunga ciò che cercava: due caramelle. Rimango stupita e non capisco bene; non ho nemmeno il tempo sufficiente per fargli capire quanto avevo apprezzato il suo gesto. Lui si gira, corre, se ne va. Resto sbigottita, con gli occhi che un po’ si richiudono, questa volta per nascondere la commozione. Ismael mi ha regalato due caramelle che io non ho nemmeno potuto mangiare. Mi ha regalato tutto ciò che probabilmente aveva’.
 
 
Anna   scrive su http://unmondoatestaingiu.blogspot.com/ i suoi racconti, Alice la trovate qui http://raccontodaqui.blogspot.com/: passateci alcuni minuti, ne vale la pena.