Domenica 17 febbraio il vescovo Castellucci presiederà la Messa

Bagazzano celebra la fine dei restauri

Domenica 17 febbraio l’arcivescovo Castellucci sarà a Bagazzano per celebrare la fine dei lavori di restauro della chiesa e del borgo rustico che la circonda. Castellucci presiederà la Messa delle 10.30, seguita da un pranzo con il parroco don Emanuele Mucci, i tecnici, le imprese coinvolte e i collaboratori.

“Questo complesso, un vero gioiello di architettura tipica della Bassa modenese, è stato recuperato perchè possa servire per finalità educative e caritative – spiega don Mucci –. La benedizione dell’arcivescovo viene a suggellare le benedizioni di monsignor Quadri per la “Casa dell’angelo” e di monsignor Cocchi per la “Casa di Gesù Misericordioso”. Pochi anni fa, monsignor Lanfranchi benedisse inoltre l’oratorio parrocchiale”.

Tutto ebbe inizio nel 1987, quando la parrocchia demolì la casa del contadino del beneficio parrocchiale, fatiscente, per realizzare il campetto da calcio per i ragazzi. Da allora, don Mucci diede il via a una serie di interventi che si sono protratti nell’arco di tre decenni.

“La chiesa e gli altri edifici hanno richiesto interventi di restauro interni ed esterni, con la competenza della Soprintendenza, inclusa quella archeologica per il “sito longobardo”. Importante è stata la collaborazione con il Comune, gli istituti bancari, la Curia e la Soprintendenza, ma anche con tanti tecnici e professionisti che hanno supportato me, semplice parroco di campagna –spiega don Mucci –. Per la natura e la durata di un’opera trentennale, faccio fatica a stimare i costi: mi preme dire che non avevamo e non lasciamo debiti”.

Ora i lavori sono terminati e tutta la parrocchia della Beata Vergine Assunta in Bagazzano – 262 abitanti – può guardare con legittimo orgoglio al risultato. “Non occorre comporre una lapide in memoria o pubblicare un libro, perchè tutto resterà scritto nella coscienza di chi, anche in futuro, userà queste opere: avremo così lavorato 30 anni non per gli uomini, ma per il Signore”, conclude don Mucci.