Pastorale giovanile, dal 16 al 23 agosto una settimana di fraternità in Val di Fassa all’insegna di «Un senso al giorno»

I giovani in montagna con l’Arcivescovo per riprendere il cammino

Tempo di grande fatica per i centri estivi, ma anche tempo di pausa e di rilancio. L’estate è per le parrocchie è un momento straordinario. Tra il rumore dei centri estivi e la pace delle gite in montagna, si è chiamati a stare con i giovani e a progettare il cammino da settembre in poi.

Lo stesso discorso vale anche in questa estate così strana e vale anche per il Servizio di Pastorale Giovanile, sempre pronto ad affiancarsi alle comunità parrocchiali per sostenere e rilanciare la loro azione. La pandemia ha obbligato a stravolgere tanti progetti, portato alla modifica o alla cancellazione di tante iniziative, ha costretto ad interrogarsi su un modo diverso per arrivare ai giovani. E così la pastorale giovanile ha deciso di ripartire da un’esperienza estiva nel segno della fraternità. Un’esperienza che si riallaccia al percorso degli ultimi anni, ma che quest’anno sarà inevitabilmente rinnovata.

«Vogliamo invitare tutti i giovani over 18 della diocesi dal 16 al 23 agosto in Val di Fassa, a Campestrin – spiega Elena Rocchi, vicedirettrice della pastorale giovanile modenese –. Avremo la gioia di ritrovarci in una cornice naturale stupenda, insieme al Vescovo Erio Castellucci e a tanti amici per iniziare insieme un nuovo cammino». Presso la struttura del Collegio Rotondi, i giovani saranno chiamati a una settimana di distacco dalla città, fra camminate, gite, momenti di riflessione e di preghiera. Il focus non potrà che essere una rilettura della situazione attuale. «Il titolo della settimana – continua Elena Rocchi – sarà “Un senso al giorno” e qui c’è un duplice significato. Da una parte la necessità di trovare un significato a quello che ci accade, dall’altra riscoprire la bellezza dei cinque sensi».

L’esperienza del Covid–19 ha del resto profondamente modificato le nostre percezioni: pensiamo ad esempio all’impossibilità di toccare gli altri, alla vista di visi mezzi nascosti da una mascherina o alla scomparsa di olfatto e gusto, due dei segni di riconoscimento del virus. «Ogni giorno il Vescovo farà catechesi a partire da questo tema, intrecciandolo con la parola di Dio e rileggendo il tutto alla luce dell’esperienza del covid».

Il Servizio di Pastorale Giovanile sta intanto lavorando anche per preparare il prossimo anno. Le incognite sono tante, se non altro per l’attuale impossibilità di prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi: sarà necessario evitare assembramenti? Sarà possibile dormire fuori Modena? O magari la situazione ci porterà nuovamente a limitazioni ancora più rigide? Al momento il Spg sta procedendo in accordo con gli altri uffici per una proposta di pastorale integrata.

Sicuramente rimarrà il «Martedì del Vescovo», anche se eventualmente nella formula social sperimentata quest’anno. E inoltre si cercherà di potenziare la presenza digitale, per riuscire ad essere vicini ai giovani in un momento così particolare della loro vita e della nostra storia.