Iniziati i lavori al santuario del Murazzo, e a febbraio si partirà col recupero del Duomo di Finale

Altri passi avanti per la ricostruzione

Mettere pietra su pietra è un cammino delicato: richiede costanza, pazienza e tanto, tanto lavoro. La ricostruzione post sisma è certamente una delle più grandi imprese mai affrontate nel nostro territorio. A ormai sei anni e mezzo dalle rovinose scosse che hanno devastato specialmente la Bassa, l’Ufficio Ricostruzione dell’arcidiocesi (guidato dal diacono geometra Mario Guglielmo Ferrari) ha aggiornato il consiglio presbiterale sul percorso già svolto, sui lavori in corso e su quelli in cantiere: «Anche nel secondo semestre dell’anno sono stati compiuti ulteriori passi avanti – spiega Ferrari –. Teniamo presente che gli edifici diocesani danneggiati dal sisma sono 104, fra chiese, canoniche, oratori e altri fabbricati. Si può immaginare dunque la complessità delle opere e l’impegno necessario per coordinare tanti progetti e farli procedere». I tempi non sono sempre brevi, perché ogni intervento richiede la convergenza di vari enti, fra cui la Regione, i Comuni, la Soprintendenza, e ogni bando deve essere svolto con le dovute attenzioni.

La ‘perla’ del 2018 è stata la riapertura dell’Abbazia di Nonantola, chiesa concattedrale della diocesi, che da metà settembre è tornata ad accogliere i fedeli: lo splendore di questo gioiello del Romanico incanta e affascina. A Modena (come potete leggere qui a fianco) i lavori interni al Duomo dovrebbero essere terminati entro gennaio. Sono iniziati intanto i lavori alla chiesa di San Cataldo (Santuario della Beata Vergine del Murazzo), e prosegue il primo lotto di opere alla chiesa di San Domenico: è in stesura il progetto per il secondo lotto.

In corso i lavori anche alla chiesa parrocchiale di San Matteo. Nella Bassa, una notizia molto attesa è l’avvio dei lavori al Duomo di Finale Emilia: nei giorni scorsi si è conclusa la procedura per l’assegnazione dell’appalto e il cantiere dovrebbe partire a febbraio. Entro poche settimane si dovrebbero avviare i lavori anche alla chiesa parrocchiale di Reno Finalese: si sta concludendo infatti la gara per l’attribuzione delle opere. E a gennaio inizierà il ripristino della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Canaletto, sempre nel territorio di Finale. Per la chiesa parrocchiale di San Geminiano a Massa Finalese, è in corso di approvazione il progetto esecutivo. A Cavezzo entrano nella fase finale i lavori per la ricostruzione della chiesa parrocchiale di Sant’Egidio, che si concluderanno auspicabilmente nella tarda primavera.

Per l’oratorio di San Rocco, a Solara di Bomporto, è stato assegnato un ulteriore finanziamento per il completamento dei lavori, mentre procede il cantiere alla Pieve Matildica di Sorbara. Per Camposanto è in approvazione il progetto esecutivo per la chiesa di S. Nicola e sono state assegnate le risorse per l’intervento alla chiesa di San Girolamo di Cadecoppi. Sono in corso i lavori alla chiesa di Santa Croce (Oratorio di piazza) di San Felice sul Panaro, mentre per la chiesa parrocchiale, che ha subito danni notevolissimi, è stato finanziato l’intero importo a programma (4 milioni e 700mila euro) e ci si sta applicando al progetto di ripristino.

Nella tarda primavera potrebbero essere conclusi i lavori alla chiesa della Natività di Rivara (un milione e 200mila euro), e sono stati ultimati quelli alla chiesa parrocchiale di Sant’Orsola di Campogalliano. Finora il piano per la ricostruzione delle opere pubbliche ha messo a disposizione, in varie tranches, circa 60 milioni di euro: si attende la definizione di un ulteriore stanziamento di circa 20 milioni, che era stato prefigurato dal Ministero per i Beni culturali con il cosiddetto ‘decreto Franceschini’ e che la diocesi vorrebbe indirizzare ad alcune chiese, fra cui quelle di Disvetro di Cavezzo, di Villafranca di Medolla e di San Biagio in Padule (San Felice). All’elenco si aggiungono le decine di opere finanziate attraverso la piattaforma Mude, per un valore complessivo di una ventina di milioni: citiamo, fra gli altri, i lavori alla canonica di Cavezzo o quelli all’Istituto Figlie di Provvidenza di Modena, già ultimati.