Assemblea delle Caritas parrocchiali

 
La ormai tradizionale Assemblea Diocesana delle Caritas parrocchiali, che ogni anno raduna gli operatori delle Caritas della nostra Diocesi è arrivata alla sua decima edizione e ha preso avvio nel pomeriggio di sabato 27 marzo u.s. a Campogalliano.
L’assemblea plenaria si alterna, di anno in anno, ad assemblee più circoscritte, che interessano le diverse zone e vicariati del territorio diocesano e favoriscono la partecipazione allargata a più operatori pastorali.
Don Federico Pigoni, Vicario episcopale per la Pastorale, ci ha aiutati ad approfondire il nostro essere Chiesa attenta a chi è emarginato, fragile, nella precarietà citando alcuni passaggi significativi dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco. Ci ha introdotti con una immagine curiosa e alquanto eloquente facendoci immaginare un aereo. L’aereo ha come obiettivo principale quello di volare e accompagnare le persone da un capo all’altro del mondo. Negli anni, questo mezzo di trasporto si è arricchito di tanti comfort: una poltrona sempre più comoda, uno spazio adeguato per non anchilosarsi le gambe, una TV per trascorrere il tempo, la possibilità di mangiare qualcosa, l’opzione di acquistare il giornale o altre cose dalle hostess, ‘ Esigenze che, cammin facendo, emergono e si aggiungono all’essenziale molto sobrio dell’aereo iniziale. Così, ci ha suggerito don Federico nella metafora, è la Chiesa, che in questi anni si è dotata di alcuni servizi aggiunti all’essenziale. Ora la situazione storica ed economica è cambiata sensibilmente e ci ha chiesto di tornare all’essenziale: cosa rimane? Le persone che sono in viaggio con noi e per le quali abbiamo la responsabilità di permettere loro di prendere effettivamente il volo. L’aereo ha da fare il suo dovere: volare. E’ l’unica cosa importante. E la testimonianza della carità è ciò che permette all’aereo di volare. Ma in questo percorso si possono incontrare ‘alcune turbolenze’: ai numeri 76-101 della Evangelii Gaudium papa Francesco elenca alcune tentazioni degli operatori pastorali, che fanno bene da specchio anche al nostro stile di vivere e testimoniare la carità. Un identikit che ci stimola ad un confronto come operatori Caritas: la preoccupazione esagerata nel riservarsi i propri spazi e tempi; il vivere la carità come appendice e non come stile di vita; una vita spirituale superficiale, che non feconda la mia quotidianità; l’ossessione di essere come gli altri, di fare come fanno gli altri, altrimenti non ho valore (il criterio delle mie scelte diventa il mondo e non più il Vangelo); il concentrarsi sull’organizzazione, sul fare bene la Caritas, ma essa non mi porta all’incontro con Cristo; il pessimismo sterile che mi avviluppa su me stesso e non porta vita, fecondità. Se perdiamo Cristo, diventiamo dei bravi organizzatori ‘ senza anima. Guai ad una carità senza Cristo. Ma guai anche ad un Cristo separato dalla carità: un volto di Dio che non mi porta agli ultimi, non è il Dio di Gesù Cristo.
Il pomeriggio è proseguito con momenti dedicati allo scambio tra i partecipanti, arricchiti dall’intervento di don Federico e da alcune piste di riflessione che Giuseppina Caselli, Direttrice Caritas Diocesana, ha suggerito all’assemblea, stralciando alcuni passaggi significativi della Lettera pastorale di Mons. Lanfranchi.
La scelta di Campogalliano è nata come gesto di prossimità alle comunità colpite dall’ultima esondazione che ha creato non pochi danni e disagi, pesanti sulle spalle di coloro che si stavano riprendendo dal dramma del terremoto.
Le testimonianze della comunità di Medolla, del Vicariato di Campogalliano-Nonantola-Soliera e dei ragazzi in Servizio Civile con bando straordinario per le comunità della Bassa ci hanno commossi. Da cornice, la preghiera di apertura e chiusura, ha sottolineato la vicinanza di Dio e di una comunità cristiana in questa situazione di drammaticità e grande solidarietà.