Il bisogno e il realismo della Pasqua

Ho davanti a me il Vangelo di Marco al capitolo 14 e leggo: ‘Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: ‘Dove vuoi che andiamo a preparare per celebrare la Pasqua? Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: Andate in città, e vi verrà incontro un uomo”. Lascio che la mente, ma ancora di più il cuore, si allontanino dal testo e mi ritrovo per le vie di Modena, per le parrocchie della Diocesi. ‘Vi verrà incontro un uomo”.
So che vado al di là del significato del testo citato, ma vorrei celebrare la Pasqua con ogni uomo che incontro e dirgli: ‘Il Signore è davvero risorto!’. La Pasqua non è un’utopia. La Pasqua è un fatto. E’ l’evento della Risurrezione di Gesù. Ma forse non ci interesserebbe così tanto la Risurrezione se non ci rendessimo conto che essa non si esaurisce nell’esperienza personale di Gesù. Con la Risurrezione Gesù Cristo irrompe nella storia umana come nuovo principio di umanità, carico della forza irresistibile dello Spirito e si fa presenza, proposta e azione dinamica e coinvolgente.
Si tratta di accogliere questo evento,di farne esperienza, di fargli spazio in noi , perché sprigioni tutta la carica di vita che contiene. La Pasqua è passaggio dalla morte alla vita,dalla schiavitù del peccato alla libertà dei figli di Dio, dalla chiusura su se stessi all’apertura ai fratelli, dall’egoismo alla solidarietà, dalla solitudine alla comunione, dall’ostilità alla fraternità, dalla rassegnazione alla speranza. La Pasqua , per chi sa accoglierla, contiene in sé un forte realismo.
C’è attorno a noi e dentro a noi un estremo bisogno di Pasqua. Ma paradossalmente ciò di cui abbiamo più urgente bisogno, può sembrare lontano o addirittura incompatibile con una mentalità cosiddetta ‘moderna’.
Rischiamo infatti di racchiudere l’orizzonte della nostra vita nella ricerca dell’avere, del piacere, del benessere, del successo, senza con questo riuscire ad essere felici, o chiudiamo l’orizzonte della vita al trascendente, ritrovandoci soli, smarriti e impauriti ,incapaci di darci quella pienezza di vita che vorremmo.
Pasqua può rompere le nostre chiusure per aprirci ad orizzonti nuovi, ad una vita nuova.
Mi auguro che all’uomo che incontriamo, se non sapremo raccontare, come i discepoli di Emmaus, di aver visto il Signore risorto, possiamo almeno parlare del realismo della risurrezione, di ciò che essa può generare in noi e negli altri.
Posso dire che nella mia vita di prete e di vescovo ho toccato con mano il bisogno ma anche il realismo della Pasqua. Vorrei documentare la fiducia che nasce da questo realismo. Dico solo: proviamo ad uscire da noi stessi, guardiamoci attorno, proviamo ad essere attenti a ciò che non fa cronaca, che non è spettacolo, ma che tuttavia accade in questa nostra società: persone, famiglie, gruppi che vivono ed immettono nel vivo della storia tanta ricchezza di verità, di speranza e di bene.
Penso alle centinaia di giovani che ho incontrato nei ‘martedì del vescovo’, assetati di parole vere, di testimonianze di adulti a cui potersi ispirare, penso ai tanti educatori e volontari, che spendendosi con gratuità, sperimentano la fatica ma anche la bellezza del fare della vita un dono d’amore. Penso a tanti professionistiche che svolgono la loro professione con competenza e abnegazione.
Abbiamo tante famiglie che vivono aperte alla vita, all’accoglienza di chi è in difficoltà,alla trasmissione della fede. Abbiamo anziani che affrontano con animo sereno la loro  età, facendo dono della loro saggezza. Potrei andare avanti raccontando fatti di vita quotidiani.
A tutti questi fratelli, che ci testimoniano che la vita vince sulla morte, che il cielo è aperto su di noi, va la nostra gratitudine. Sono i segni credibili della Risurrezione. E’ l’irradiazione della Pasqua.
A tutti l’augurio di una Buona Pasqua nel Signore.
 
                                                                                     + Antonio Lanfranchi, arcivescovo

 

 

 
L’Arcivescovo celebrerà, in Cattedrale,  oggi alle 18 la Messa Crismale.
Giovedì Santo celebrerà al liturgia In Coena Domini alle ore 18, Venerdì Santo la liturgi a In Passione Domini alle ore 18.
Sabata presiderà la solenne Veglia pasquale alle ore 21.30.
Domenica, Pasqua di resurrezione, presiederà l’eucarestia in Cattedrale alle ore 11 ed alle ore 18.