In cattedrale la Messa dei Popoli

Nella giornata in cui la Chiesa si ferma a riflettere sulle migrazioni, in cui anche papa Francesco ha invitato a contrastare i ‘mercanti di carne umana’ del nostro tempo, l’arcivescovo mons. Lanfranchi ha presieduto la Messa dei Popoli, insieme ai cappellani delle comunità straniere di Modena.
Al suo 100° anniversario, la Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato ha invitato quest’anno a riflettere sulla ricerca, da parte di chi lascia la propria terra, di un mondo migliore.
Ha partecipato alla celebrazione la ministra per l’integrazione Cécile Kienge; con lei, per le istituzioni, Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena, Caterina Liotti, presidente del Consiglio Comunale di Modena, Giancarlo Muzzarelli, assessore alle attività produttive della Regione Emilia Romagna, e Maria Costi, assessore del Comune di Formigine.
 
Nel saluto introduttivo dell’Arcivescovo, il ringraziamento per la presenza del Ministro, che ‘ci rassicura sull’importanza sociale e civile di questa celebrazione. Vogliamo rassicurarla che tutti faremo la nostra parte per un’integrazione vera, in particolare per coloro che hanno scelto Modena come meta’. ‘Vorrei che vi sentiste tutti a casa – ha detto mons. Lanfranchi ai migranti presenti in cattedrale ‘ qui, nella casa di Geminiano, casa, appunto, il luogo familiare, il bene essenziale che ognuno sogna’.
In diverse lingue la Liturgia della Parola, come pure i canti che hanno accompagnato la celebrazione; il vangelo è stato proclamato da Obeng Boateng, il primo diacono straniero della nostra diocesi, della comunità ghanese.
Nell’omelia, l’arcivescovo ha sottolineato ancora i fondamenti dell’accoglienza cristiana: ‘Siamo fratelli, figli di Dio in Gesù: viviamo oggi l’esperienza della festa, come in famiglia, per proseguirla poi nella settimana. E vorrei che voi migranti vi sentiste anche nelle parrocchie come in famiglia, sperimentando un’accoglienza solidale, la gioia di dare e ricevere amicizia. Il tema della giornata, ‘Verso un mondo migliore’, ci dice qual è il desiderio che spinge le persone a migrare: le persone si spostano non per conoscere di più o avere di più, ma per essere di più. Come ricorda anche papa Francesco, lo sviluppo non è mera crescita economica, costruita sulle popolazioni più deboli; il mondo può essere migliore solo se l’attenzione è rivolta alla persona nella sua integrità.. E’ una grande gioia per me vedere, celebrando le Cresime nelle parrocchie, i vostri figli coi volti gioiosi, le vostre tradizioni rispettate, l’unità nella differenza’.
Il primo messaggio   che riceviamo da questa celebrazione è che siamo fratelli, nati da Dio e salvati da Cristo, l’Agnello di Dio. ‘La parola che indica l’agnello, segno di liberazione nell’Esodo, è la stessa ‘ ha precisato mons. Lanfranchi ‘ che indica anche il servo, colui che dà tutto se stesso a servizio del disegno di Dio: Gesù, liberatore di tutti gli uomini, prende su di sé il peccato di tutta l’umanità, per fare di noi un solo popolo: non ci sono più stranieri né ospiti, ma solo figli di Dio in Gesù, quindi tutti fratelli. Da questa familiarità consegue l’impegno per l’integrazione, attenti a quel di più che non è nell’ordine economico o della conoscenza, ma nell’ordine dell’essere’.
Le parole per costruire questo mondo migliore sono incontro, accoglienza, ospitalità, tutela, dialogo, rispetto per le differenze. Passare dalla cultura dello scarto a quella dell’incontro e dell’accoglienza, fatta col cuore, non come gesto esteriore: ‘Si accoglie con il cuore ‘ ha proseguito il Vescovo ‘ e l’accoglienza porta alla condivisione; in tempi difficili come questi se ne sperimenta sempre più l’importanza. Chi ha il cuore pronto ad accogliere, vede le esigenze delle persone e fa della condivisione uno stile di vita quotidiano. Il dialogo interculturale ed interreligioso è un punto di forza, perché riconosce in ciascuna persona un dono’. Il rispetto delle differenze ha origine, nella scrittura, dalla nascita di Abele, il secondogenito, la cui vita dipende dalla capacità del fratello maggiore di aprirsi alla diversità. Dal rispetto delle differenze nasce l’integrazione vera. Serve imparare un alfabeto nuovo, difficile; abbiamo bisogno di fare costante riferimento al mistero di salvezza di Cristo’.
‘Cari migranti ‘ ha concluso mons. Lanfranchi ‘ questi sono i sentimenti nel mio cuore e in quello di ciascuno: vi auguro di sperimentare la solidarietà fraterna e il calore del’amicizia, per aprire il nostro presente ad un futuro migliore’.