Domenica 30 settembre prima tappa del percorso di formazione e condivisione esperienziale proposto dall'Ufficio Famiglia

Inizia il cammino “A due a due”

«Il cantiere delle coppie–guida di altre coppie non è così difficile da costruire come potrebbe sembrare». Così il vescovo Erio Castellucci sollecita, nella sua prima lettera pastorale, l’avvio di un cammino diocesano volto a valorizzare il contributo di sposi disponibili a svolgere il ruolo di accoglienza e accompagnamento di altre coppie. Il cantiere auspicato è ora pronto a partire confermato e arricchito da una fase di ascolto di tante coppie interpellate.

“A due a due” è un percorso di formazione attiva e condivisione esperienziale che avrà il suo avvio con la presenza del vescovo Castellucci domenica 30 settembre a partire dalle ore 16 presso il Centro Famiglia di Nazareth. Sono invitati sposi desiderosi di intraprendere un cammino di spiritualità e formazione in coppia che abbia continuità nel tempo. L’obiettivo è quello di essere introdotti ad atteggiamenti di accoglienza affettuosa e discreta di altre coppie nel contesto vitale del quotidiano. Il vescovo sostiene questa ulteriore iniziativa della Pastorale Famigliare a Modena con motivazioni e indicazioni chiare e coinvolgenti. In primo luogo esprime una profonda fiducia nella capacità degli sposi di accompagnare anche spiritualmente un’altra coppia nel contesto di una dimensione di umile accoglienza. Egli usa il termine “coppia guida” nella metafora del cammino di montagna in cui può esservi chi, conoscendo già il sentiero, si offre di accompagnare altri verso la meta. Da notare che questa iniziativa non sostituisce altri percorsi di grande valore con cui la Pastorale Famigliare diocesana ha preso a cuore situazioni di amore matrimoniale profondamente ferito o con cui ha fornito strumenti e cammini formativi per gruppi famiglia o fidanzati.

Si tratta probabilmente di tracciare un sentiero nuovo per alcuni aspetti sapendo di poter contare sul tesoro di esperienza e capacità di relazione degli sposi che già fanno tanto bene nelle nostre parrocchie. Per fornire un identikit della coppia–guida a cui si rivolge l’invito del vescovo e dell’equipe del Centro di Pastorale Famigliare coordinata da don Maurizio Trevisan ecco un passo della lettera pastorale: «È necessario formare persone che sappiano approcciarsi e sappiano dare all’occorrenza indicazione di specialisti a cui rivolgersi. La parrocchia può individuare una famiglia che sappia intervenire e sappia tenere i rapporti con discrezione, non con tecnicismi o competenze professionali ma con naturalezza e normalità. Non tanto dei professionisti, ma dei fratelli maggiori che possano accompagnare un cammino di crescita fisiologica e sappiano inviare ai professionisti coloro che vivono delle fasi patologiche».

Infine più volte Castellucci ha richiamato l’indicazione di papa Francesco: «La realtà è più importante dell’idea». Ne discende che la testimonianza di una coppia di sposi ad un’altra coppia può avere un impatto molto incisivo perché filtrato dall’esperienza. L’auspicio è quindi che questo cammino «a due a due», volto a sostenere l’accompagnamento da coppia a coppia, diventi in breve tempo una esperienza di normalità nel cuore delle nostre parrocchie e non di eccezionalità.

Tanti sono gli sposi che già si pongono in questo atteggiamento di vicinanza affettuosa e di sostegno ad altre coppie, mettendo a disposizione il frutto del loro cammino di crescita umana e spirituale, maturato tra tante prove della vita e illuminato dalla luce del Vangelo. L’augurio è che in tanti si sentano chiamati e coinvolti da questa profetica fiducia che la Chiesa ed in particolare il vescovo Castelluci ripone nei coniugi cristiani. Grazie a una disponibilità umile e preziosa potranno crescere nella vocazione ad essere «una carne sola» anche nell’accompagnamento e nel discernimento.