La causa di beatificazione di Giuseppe Castagnetti

Il Servo di Dio, penultimo di nove fratelli nacque il 15 marzo 1909, nello borgata chiamata ‘Ringola’ in Montebaranzone, comune e diocesi di Modena. Fin da bambino, in ragione del lavoro svolto dal padre che insegnava l’arte del casaro per la produzione del Parmigiano Reggiano, si spostò spesso da un paese all’altro. Frequentò le sole classi elementari a Pigneto, dove completava la sua istruzione seguito da un sacerdote che lo seguiva dopo la scuola.

 

 A soli sedici anni fu inviato a Portile, provincia di Modena, a dirigere un caseificio. Lì conobbe alcuni missionari e suo desiderio sarebbe stato di seguirli consacrando tutta la vita al Signore alla salvezza delle anime. Ne fu dissuaso dal padre che non voleva perdere il suo valido aiuto. A vent’ anni durante il periodo di leva mentre era in Trentino per seguire il corso per caporalmaggiore approfittò di una licenza per recarsi a Pietralcina da Padre Pio.

 Il Servo di Dio venne guarito dal santo da un grave problema di stomaco e da allora si sentì molto legato alla figura e alla direzione spirituale del santo frate. Il Servo di Dio a ventiquattro anni, mentre era a lavorare nel bolognese come casaro, dovette tornare a Montebaranzone per sostituire il fratello Adolfo che era defunto. Conobbe Marino Marchi dirigente dell’ Azione Cattolica; vi si iscrisse e ne divenne membro fervente. L’11 febbraio 1939 sposò Sghedoni Giovannina e, con la sua dote, acquistò il caseificio da lui stesso gestito. L’allora parroco don Angelo Vecchi faceva pressioni perché il Servo di Dio entrasse in politica. Alla fine, diventando le insistenze del sacerdote sempre più pressanti, il Servo di Dio, nel 1945, si candidò come sindaco di Prignano. Mantenne tale carica fino al 1959.

                Svolse il suo mandato con notevole impegno: occorreva ricostruire tutto dopo il recente conflitto mondiale e Giuseppe Castagnetti realizzò importanti opere civiche: acquedotto, impianti elettrici, strade, municipio, uffici postali, scuole. Le opere promosse e sostenute dal Servo di Dio durante la sua amministrazioni furono davvero notevoli, tenuto conto della difficile situazione economica del momento. Il primo Consiglio comunale e il suo Sindaco dovettero farsi carico di tutte le emergenze causate dal conflitto sull’intero territorio comunale: la sede comunale inagibile, la frazione di Castelvecchio distrutta, l’intera viabilità compromessa. La ricostruzione avvenne in ristrettezze economiche assolute: al momento della sua elezione il Servo di Dio trovò nelle casse del Comune solo 25.000 lire.

 

Il lavoro del Sindaco è intenso e costante e ottiene ottimi risultati. Dal punto di vista personale il Servo di Dio era stimato anche per il suo personale interessamento ad ogni necessità che reclamasse il suo intervento. Più volte e senza che gli interessati lo venissero a sapere provvedeva alle necessità dei più indigenti, arrivando perfino a donare i propri vestiti a chi ne aveva bisogno: Non approfittò mai, in alcuna occasione, del ruolo pubblico che rivestiva. Uomo di grande fede e di specchiata onestà, fu sposo e padre esemplare. La sua famiglia fu allietata da ben dodici figli, due dei quali morti bambini, che egli seguì sempre con amore e premura, preoccupandosi della loro crescita cristiana e della loro educazione.

 

                Esternamente il suo contegno era signorile, ma modesto e non aveva rispetto umano nel manifestare la propria fede; molto legato a Padre Pio che si recava a trovare più volte all’anno organizzando anche pellegrinaggi, viveva integralmente la sua scelta di terziario francescano, al punto di indossare sempre i sandali, anche quando si recava a Roma per incontri presso i Ministeri. Il Servo di Dio manifestò sempre grande fiducia nella Divina Provvidenza, sia come sindaco, sia come padre di famiglia. Pur avendo infatti una famiglia numerosa e non godendo di facilitazioni per il ruolo pubblico che rivestiva, non volle ai approfittare dei donativi che gli venivano offerti, preferendo sempre darli ai poveri. 

 

                Fu felice quando la figlia maggiore Antonietta volle farsi religiosa fra le Francescane di Cristo e fu poi missionaria in Africa per diversi anni. Il 27 giugno 1959 il Servo di Dio diede le dimissioni da sindaco, motivato anche dalle troppe difficoltà ed opposizioni; si aprì per lui un periodo amarissimo. Gravi furono le sue preoccupazioni per mantenere la numerosa famiglia. Cominciò quindi il momento più terribile della sua vita ma non fece mai pesare la sua situazione sulla famiglia; nonostante tutto non imprecava mai contro nessuno accettando, pregando il Signore e perdonando. Il Servo di Dio morì a Montebaranzone il 22 giugno 1965 lasciando il ricordo di uomo giusto e retto. Ottenuto, il il 24 novembre 2008, l’assenso dei confratelli dei Conferenza Episcopale Regionale, e il Nulla Osta della Congregazione delle Cause dei Santi il 25 settembre 2009 abbiamo deciso di dare inizio al Processo canonico di Beatificazione del Servo di Dio, constatando che la fama di santità del Servo di Dio è ancora viva. 

                Pertanto nel portare a conoscenza di questa comunità ecclesiale questa iniziativa, invitiamo tutti e singoli i fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire al Tribunale Diocesano tutte quelle notizie, dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del Servo di Dio. Dovendosi inoltre raccogliere, a norma delle disposizioni legali, tutti gli scritti a lui attribuiti, ordiniamo, col presente Editto, a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con sollecitudine al medesimo Tribunale qualsiasi scritto che abbia come autore il Servo di Dio, qualora non sia già stato consegnato alla Postulazione della Causa. Stabiliamo che il presente Editto rimanga affisso per la durata di due mesi all’Albo della Curia Arcivescovile, alle porte della chiesa parrocchiale di Montebaranzone e pubblicato sul Settimanale Cattolico Modenese.

Dato a Modena, dalla Residenza Arcivescovile, il giorno 11 dicembre 2012.

 

 

                  + Antonio Lanfranchi Arcivescovo