Il viaggio delle reliquie di santa Bernadette in Diocesi

«Lourdes è arrivata a Modena», così si potrebbe commentare il grande – e inatteso – afflusso di fedeli alla Basilica minore della Beata Vergine del Castello, in occasione della prima delle tre tappe modenesi dell’urna con le reliquie di santa Bernadette Soubirous, mercoledì 1 maggio. La nostra diocesi è stata la seconda, dopo Alessandria, ad accogliere il prezioso reliquiario in stile neogotico, che in queste settimane raggiungerà altre 32 diocesi italiane in occasione del 175° anniversario della nascita e del 140° della morte della fanciulla alla quale la Vergine Maria apparve presso la grotta di Massabielle l’11 febbraio 1858, nel luogo dove sarebbe sorto il più popolare Santuario mariano del mondo.

Mercoledì, i pellegrini sono affluiti a Fiorano durante l’intera giornata, raggiungendo le 4 mila presenze, con punte massime in occasione della celebrazione pomeridiana con l’unzione degli infermi, dei Vespri solenni e della concelebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo alle 20.30. Castellucci è stato accolto sul sagrato della Basilica dal parroco don Antonio Lumare, dal sindaco Francesco Tosi, dal picchetto d’onore dell’Arma dei Carabinieri e dalle forze dell’ordine. L’arcivescovo, durante l’omelia, ha commentato il brano dell’Annunciazione, partendo dal versetto «Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo » (Lc 1, 32). «Una promessa molto impegnativa e solenne è quella che l’angelo fa a Maria. Insiste poi, subito dopo, sulla grandezza del bambino che nascerà da lei, parlandone come di un sovrano: “Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Un trono doveva dunque attendersi la Vergine di Nazareth da questo incontro. E un trono, effettivamente, ospiterà Gesù e Maria nella gloria del cielo: un trono altissimo, come enuncia il quinto mistero glorioso, l’incoronazione di Maria tra gli angeli e i santi nel regno di Dio – ha detto Castellucci – Ma questo è, appunto, l’ultimo mistero glorioso, mentre l’Annunciazione è solo il primo mistero gaudioso. Con la visita dell’angelo a Nazareth siamo appena all’inizio di un lungo cammino, di almeno trent’anni, nel quale Maria dovrà percorrere anche i misteri dolorosi, prima di arrivare alla meta della gloria. La madre dovrà imparare a conoscere molti troni scomodi e poco adatti per un sovrano, prima di giungere al trono celeste di Cristo». L’Arcivescovo ha quindi ripercorso i troni «scomodi» di Gesù: la mangiatoia e la croce. E, fra i due «troni scomodi», la normalità della vita a Nazareth e i tre anni della vita pubblica, lungo le strade e fra le case della gente del suo tempo. Poi, il Calvario. «Maria si sarà domandata il senso di quel trono tutto particolare, di quel patibolo che è un vero e proprio anti–trono: la croce non ospita ire ma gli schiavi, non attira stima e onore ma scherno e derisione, non è un simbolo di potere ma di fragilità – ha aggiunto l’Arcivescovo – Chissà come le saranno risuonate, sotto la croce, le parole rassicuranti: “Il Signore è con te”. “Il Signore è con te”: questa è la fede spogliata di tutto, la fede allo stato puro: quando tutto sembra crollare, quando si fa buio sulla terra delle nostre giornate, quando le uniche parole umane sono di lamento e disperazione, resta questa sola certezza: “Il Signore è con te”. Una certezza più grande della croce, una certezza che traghetta la fede dal quinto mistero doloroso al primo mistero glorioso: la risurrezione». Anche la vita di Bernadette fu contrassegnata da «dei troni scomodi, delle mangiatoie e delle croci faticose», esperienze vissute senza mai sbandierare la propria esperienza mistica, ma conservando la pace del cuore. «Chiediamo al Signore, per l’intercessione di Santa Bernardetta, il dono della pace profonda, la pace del cuore, che sa attraversare anche il buio del dolore mantenendo accesa la fiaccola della speranza», ha concluso Castellucci.

Al termine della celebrazione, la Basilica è rimasta aperta fino a mezzanotte. Giovedì mattina, l’urna è stata trasportata a Modena, in Cattedrale, accolta dall’arciprete del Capitolo metropolitano don Luigi Biagini e da numerosi fedeli poco prima delle 10, quando è stata celebrata la prima Messa, presieduta da don Angelo Cocca. Nel pomeriggio, molti i modenesi che hanno partecipato alla concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo alle 18 e alla veglia mariana. Venerdì, le reliquie di Bernadette hanno raggiunto la Concattedrale di Nonantola, dove la attendevano, insieme ai fedeli, il parroco e priore del Capitolo abbaziale don Alberto Zironi e il canonico Riccardo Fangarezzi. Qui, in serata, ha avuto luogo la terza celebrazione eucaristica con l’arcivescovo, seguita dalla veglia mariana. Si sono chiusi così tre giorni intensi e gioiosi per l’arcidiocesi, che ieri mattina ha salutato con una Messa in Basilica abbaziale la partenza delle reliquie della piccola grande santa di Lourdes alla volta di Massa Carrara.