Mettersi in gioco per se stessi e gli altri: al via il Servizio Civile Universale

Hanno dai 19 ai 27 anni, molti di loro sono ancora nel pieno del percorso di studi e altri, invece, si avviano verso la conclusione.
Sono i tredici giovani che hanno iniziato il percorso annuale di Servizio civile universale con la Caritas diocesana.
Tutti animati dallo stesso desiderio: mettersi alla prova e formarsi “sul campo”, vivendo un’esperienza nuova che possa arricchirli di competenze, conoscenze e professionalità, per diventare autentici animatori della carità.

I tredici giovani volontari del Servizio civile universale insieme al responsabile Paolo Rabboni nel cortile del Centro Papa Francesco

I quattro progetti proposti sul territorio diocesano rientrano nel programma d’intervento «Promuovere inclusione, tutelare diritti a Modena e Reggio Emilia». Nel concreto, «Includere il futuro» riguarda l’area dei minori, dalle attività di doposcuola a quelle di contrasto al disagio giovanile; «Oltre lo stigma», invece, tocca l’ambito degli adulti e della terza età, con l’obiettivo di valorizzare le persone assistite per le loro storie e risorse; ci sono poi i due progetti che si svilupperanno all’interno degli organismi pastorali diocesani, «Diritti al centro» e «Crocevia di storie», il primo realizzato nei Centri d’ascolto e di accoglienza della Caritas attraverso servizi come il diurno, la scuola d’italiano e i vari laboratori, il secondo declinato in attività di sensibilizzazione della cittadinanza per coinvolgere in particolare i giovani, con incontri in associazioni ecclesiali, parrocchie e scuole. Quest’ultimo è curato da Caritas diocesana, Ufficio missionario e, novità di quest’anno, Servizio di pastorale giovanile.

I tredici volontari sono stati accolti, nelle scorse settimane, da Paolo Rabboni, responsabile del Servizio civile, per la firma del contratto e l’incontro inaugurale al Centro Papa Francesco.
Qui i giovani hanno raccontato cosa li abbia spinti a vivere questa nuova esperienza e le aspettative che coltivano.
Francesca Giglioli, 27 anni, e Pietro Barani, 23, saranno coinvolti nel progetto
«Crocevia di storie» con il Centro missionario diocesano. Francesca, laureata in cinema, televisione e produzione multimediale, vede nel Servizio civile «il miglior modo per inquadrare il mio futuro, occupandomi di temi di mio interesse: nel 2018 ho partecipato al campo Palermo- Lampedusa, poi ho dedicato gli anni della laurea magistrale alla comunicazione del fenomeno migratorio in Italia»; Pietro, studente di Teologia, è stato seminarista, nel 2017 ha vissuto un’esperienza di missione in Ciad e fa parte dell’équipe formativa del Mismo: «Il Servizio civile potrà aiutarmi a capire ancora meglio cosa un laico possa fare nella Chiesa», spiega.
Per Chiara Galli, 23 anni, il progetto «Crocevia di storie» sarà con la Pastorale giovanile, che lei conosce bene: «So cosa mi attende – racconta – e al tempo stesso che ci saranno anche tante novità
stimolanti».
Cristina Ferro, 26 anni, e Alice Soncini, 21, saranno impegnate nel progetto «Diritti al centro » presso il Centro d’ascolto della Caritas diocesana. «Un’esperienza che può arricchire, rappresentare una “porta”», dice Cristina, a cui fa eco Alice: «Dopo un anno al Sermig, a Torino, sentivo la necessità di fermarmi un attimo e ricalibrare la bussola, sperimentandomi e conoscendo meglio anche la mia città».

Nel progetto «Oltre lo stigma», la 25enne Chiara Barbanti presterà servizio nello spazio anziani Madonna Pellegrina: «Da psicologa che si sta specializzando nell’ambito dell’invecchiamento, penso che questa esperienza possa fungere da ponte tra il mondo dello studio e quello del lavoro»; Agnese Rota, anche lei 25enne, sarà invece nella Comunità La Barca del Ceis: «Una scelta in linea con i miei studi in Psicologia clinica, per conoscersi meglio e mettersi alla prova a livello personale ancor prima che professionale».
Martina Santaniello, 20 anni, volontaria e donatrice Avis, svolgerà Servizio civile nello spazio anziani Pergolesi – «curiosa di vivere questa esperienza, dopo averne svolta una come educatrice di persone disabili» – mentre la 21enne Alessandra Mammi nell’Istituto Charitas, vogliosa di «scoprire l’aspetto pratico di ciò che studio, Psicologia, dopo aver già operato da volontaria nella Croce Rossa, in case di riposo
e con ragazzi disabili».
Nell’area minori, progetto «Includere il futuro », si cimenteranno Chiara Lucia Sarlenga, 19 anni, studentessa del Sigonio («il volontariato fa parte della mia vita, a partire dal servizio all’oratorio don Bosco di Formigine, dove ora sarò impegnata»), la 24enne Isabella Lozzi, ex studentessa del Conservatorio, nel Centro Arcobaleno del Ceis («questo progetto è lontano dalla musica ma non mi è nuovo, avendo lavorato anche a scuola, dunque mi sarà molto d’aiuto nel mio percorso professionale»), la 20enne Chiara Ritiro nel Gruppo Babele della parrocchia di Fiorano («studio Scienze dell’educazione e avrò l’opportunità di “farmi le ossa”, anticipando quello di cui mi voglio occupare») e infine Sophie Lovelane Fitone, studentessa di Economia 26enne, nel Centro medie Coop Piccola Città, vogliosa di vivere questa esperienza «bella e importante, dopo tanti anni di volontariato».