È un giorno di festa in Arcidiocesi: ricorrono esattamente dieci anni da quando, il 3 giugno 2015, papa Francesco ha nominato monsignor Erio Castellucci Arcivescovo di Modena-Nonantola.
L’annuncio è stato dato ai fedeli da monsignor Giacomo Morandi, attuale Arcivescovo-vescovo di Reggio Emilia Guastalla. Di lì le campane hanno suonato a festa e ogni comunità parrocchiale ha celebrato una Messa di ringraziamento. Nello stesso mese, il 29 giugno, l’Arcivescovo ha ricevuto il pallio dalle mani dell’allora Pontefice.
La sua ordinazione episcopale si è tenuta al PalaGalassi di Forlì il 12 settembre 2015, seguita dalla presa di possesso dell’Arcidiocesi nella Cattedrale il giorno dopo.
In quella prima omelia monsignor Castellucci si è rivolto ai fedeli dicendo: «Non vorrei per me, se possibile, la qualifica di eccellenza e preferirei essere chiamato per nome. Siamo tutti in cammino verso la santità e il giudizio sul livello di eccellenza che raggiungeremo lo darà il Signore alla fine».
In questo decennio l’Arcivescovo Castellucci ha saputo intrecciare gli impegni diocesani con l’accompagnamento delle piccole comunità, a cui ha saputo dare peso e importanza. Il suo impegno pastorale si è esteso anche nella diocesi di Carpi, della quale è divenuto amministratore apostolico nel 2019 e vescovo nel 2020. Sotto la sua guida entrambe le Chiese, unite in persona episcopi, procedono verso l’unificazione.
Monsignor Castellucci è diventato punto di riferimento anche per laici, non credenti e persone estranee agli ambienti parrocchiali che apprezzano il suo carattere mite e accogliente, ma anche il suo discorso semplice e diretto.
Inoltre, dal maggio 2021 ricopre l’incarico di vicepresidente dei vescovi italiani per l’Italia settentrionale e dal settembre 2022 è presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale.
Il suo motto episcopale «Adiutores gaudii vestri», cioè “collaboratori della vostra gioia”, riprende la Seconda lettera di Paolo ai Corinzi (1,24): “Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi”.
Vale la pena anche soffermarsi sul suo primo messaggio all’Arcidiocesi di Modena, a cui ha esortato a «non perdere la fiducia» riprendendo le parole di Giovanni XXIII nel 52° anniversario della morte, il quale auspicava che «tra le vicende della storia i cristiani imparassero a cogliere i “segni dei tempi”, lasciando da parte gli sterili lamenti e le fredde condanne».