Ordinati otto nuovi diaconi per la Chiesa modenese

 

 
Sabato 24 ottobre sono stati ordinati otto nuovi diaconi. Tre sono giovani seminaristi, che l’anno prossimo saranno ordinati sacerdoti, Andrea Ballarin, Federico Manicardi e Claudio Milioli. Gli altri cinque sono diventati diaconi permanenti, portando così a 79 il numero nella nostra diocesi: si tratta di Antonino Sergio Drago, Ermanno Lotti, Alberto Luppi, Filippo Morandi e Maurizio Santagata, Il Duomo era stracolmo per la presenza di parenti, amici e parrocchiani delle comunità di origine e di servizio dei diaconi. Molti i sacerdoti e moltissimi i diaconi.
Dopo la lettura del Vangelo sono stati presentati al Vescovo gli ordinandi. Don Paolo Losavio, come vicario per il diaconato, e don Federico Pigoni, come rettore del seminario, hanno presentato i candidati. Durante l’omelia il Vescovo ha sottolineato il compito del diacono di presentare alla comunità cristiana il grido dei sofferenti, perché essa possa vedere la loro presenza e il loro bisogno. Dopo l’omelia, ai diaconi sposati si sono avvicinate le mogli, a cui è stato chiesto di esprimere il loro consenso all’ordinazione dei mariti. Il loro assenso mostra che, anche se è solo il marito ad essere ordinato per il servizio, la grazia del matrimonio si effonderà sul ministero diaconale e la grazia del diaconato sull’ unione nuziale. Da questa compenetrazione il servizio diaconale sarà un invito alla comunione e la famiglia sarà invitata a diventare sempre di più serva. Poi i diaconi del seminario hanno espresso il loro impegno di celibato, come segno per tutta la comunità a spendersi con tutte le forze a servizio del Signore e della Chiesa. L’accostamento delle due vie di servizio nella Chiesa ha mostrato la ricchezza delle chiamate del Signore e la bellezza della varietà dei suoi doni, che non sono concorrenti, ma complementari. Dopo l’ ordinazione i nuovi diaconi hanno ricevuto l’abbraccio dei diaconi presenti, che li hanno accolti nella comunità diaconale: il servizio che eserciteranno non sarà un servizio di singoli, ma si svolgerà all’ interno e con l’aiuto di una comunione di fratelli. La liturgia è stata accompagnata da un ensemble formato da coristi di tutte le parrocchie di provenienza dei diaconi. Anche questo è stato un segno di comunione, che mostra che nella collaborazione fra varie realtà si rende davvero lode al Signore in modo più pieno e si fa più bella la Chiesa.
Il testo  completo dell’omelia del vescovo è  tra i suoi  documenti