Salute, tornano i «Venerdì» della Pastorale, in presenza alla Cdr e online su YouTube

La comunità a casa dei propri malati e delle famiglie, le cure palliative precoci, Laudato si’ e salute integrale, eutanasia: questi i prossimi temi affrontati.
La Pastorale della Salute partecipa al percorso sinodale diocesano di ascolto comunitario appena incominciato, in particolare per gli aspetti pastorali e bioetici della cura. Iniziamo nei prossimi ormai tradizionali «Venerdì» il 12, 19 e 26 novembre alle 21 – in presenza presso la sala multimediale della Città dei Ragazzi, con accesso libero secondo le regole di prudenza dovute alla pandemia, e trasmessi anche online sul canale YouTube «Arcidiocesi di Modena-Nonantola» – e nel Convegno regionale di Pastorale della salute il 19 febbraio: ascolteremo i contributi di esperti che ci aiuteranno a mettere a fuoco la realtà attuale; il percorso di ascolto sinodale proseguirà incontrando le comunità parrocchiali, i cappellani e assistenti spirituali degli ospedali e delle strutture, gli operatori socio-sanitari, in particolare medici, infermieri e studenti universitari.

Il tema pastorale di fondo è la visita ai malati e alle famiglie nelle case: l’impegno delle comunità e delle istituzioni. Il primo incontro di venerdì 12 novembre sarà dedicato alle cure palliative precoci, come paradigma del prendersi cura delle persone ammalate, con le testimonianze di medici e ricercatori: la dottoressa Elena Bandieri, responsabile del Modulo di Cure Palliative precoci in Oncoematologia dell’Ospedale di Carpi e il professore Mario Luppi, direttore della cattedra di Ematologia dell’Università di Modena. Il secondo incontro, venerdì 19 novembre («Ecologia integrale: cura della casa comune e dei suoi abitanti»), sarà dedicato ad una riflessione sulla salute integrale, sulla base della Laudato si’, degli impegni della Chiesa italiana per le terre più inquinate e dell’incontro di questi giorni a Glasgow per il Cop26 sull’ambiente. Saremo guidati da don Paolo Boschini e Giuseppe Ferrari, docenti presso l’Istituto Teologico, e dal vescovo Erio Castellucci. Parteciperà anche Antonio Di Donna, vescovo di Acerra: è stato promotore del recente convegno della Conferenza episcopale italiana «Custodire le nostre terre.

Salute, ambiente e lavoro», che ha riunito le 78 diocesi italiane su cui insistono i 42 Sin, «Siti di interesse nazionale» particolarmente inquinati e sede di programmi di risanamento, dalle “terre dei fuochi” di Caserta, a Taranto, alle falde acquifere inquinate dai Pfas nel Veneto e ad altre realtà sparse in tutta Italia. La “salute integrale” comprende non solo le dimensioni fisica, psicologica e spirituale, ma anche un’armonia complessiva con la vita comunitaria e con l’ambiente. Significa stili di vita sani e armoniosi e ricchi di relazioni significative. L’inquinamento determina anche gravi problemi di salute, tumori precoci in adulti e in bambini, malattie cardiovascolari e metaboliche e disagio psichico. C’è tanto spazio di lavoro pastorale per le nostre comunità!
Venerdì 26 sarà dedicato a «Eutanasia e suicidio assistito». Dopo il primo incontro dedicato alle cure palliative precoci, non possiamo sottrarci ad una riflessione più ampia sull’eutanasia, resa di drammatica attualità dalla richiesta di referendum che propone la legge sull’eutanasia. Il giudice Roberto Masoni presenterà lo stato dell’arte sugli aspetti giuridici, don Gabriele Semprebon porterà un contributo bioetico: può esistere un diritto a morire? Quale lo spazio dell’autodeterminazione? Il tema intreccia diversi nodi, che ci interrogano come cristiani e come cittadini. Oltre alla rilevanza bioetica, esso sfida il nostro impegno di testimonianza e di cura e coinvolge anche il lavoro concreto di chi deve assistere i malati gravi, delle istituzioni che devono assicurare servizi dignitosi e delle comunità, accanto ai loro fratelli più fragili e alle loro famiglie.

Siamo interrogati su tanti aspetti, affinché nessuno – malato, famiglia – sia lasciato solo, di fronte all’angoscia della sofferenza e della solitudine e al timore di esser di peso ai propri cari.