Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto

Dopo il primo anno sull’educazione ed il secondo su lavoro e festa, rifletteremo sulla trasmissione della fede, tema suggerito anche da eventi concreti della nostra Chiesa. Da dove partire? Tradizione e trasmissione della fede   che prospettive hanno per l’oggi.
Teniamo come riferimento due brani biblici, dalla prima lettera ai Corinzi e dalla prima lettera di Giovanni, sulla testimonianza di quanto abbiamo udito e ricevuto.
Il cristianesimo si perpetua ed è vivo perché si basa su di un principio vitale, formulato in traditio e reditio: la fede è una consegna che, accolta, è arricchita dalla propria esperienza , trasmessa dalla fedeltà nella Chiesa. Oggi questo principio della trasmissione della fede in che contesto avviene? Con cosa deve fare i conti? Nei lineamenti per il sinodo erano delineati 7 scenari (n 51 /63): contesto culturale, fenomeno migratorio, scenario economico, politico, ricerca scientifica e tecnologica, i mezzi di comunicazione, l’incontro delle religioni, che è importante comprendere.
Oggi la trasmissione della fede deve fare i conti con due acquisizioni fondamentali:
–          La fede non si può supporre, non possiamo limitarci a difende una fede che non c’è, illudendoci di conservarla e trasmetterla, nel senso ripetitivo del termine. Chi afferma di non credere deve essere preso sul serio.
–          La società è irreversibilmente stabilizzata su un modello pluralistico e democratico. La nuova evangelizzazione chiede di porre al centro il caso   serio della fede e del non credente. Siamo in una società in cui deve esserci spazio per i diversi messaggi: come la Chiesa può svolgere la sua missione? Che cosa vuol dire questo per la Chiesa? Quale nuova evangelizzazione si realizza in questo contesto?
Nel cuore, al centro della nuova evangelizzazione e delle sue finalità, teniamo conto di alcuni elementi.
 
 
 
Il  testo completo dell’intervento di mons. lanfranchi su Nostro Tempo
 
 
 Qui  la  relazione  introduttiva di mons. Eterović