Abbazia tra passato e futuro: restauro della cripta e nuovi spazi per il museo diocesano

Nel 2017, durante il cantiere di ricostruzione post sisma 2012, si è constatato che non tutte le parti dell’Abbazia di San Silvestro (VIII sec.) sarebbero state restaurate, perché non direttamente danneggiate dal terremoto. In particolare, l’attenzione si era concentrata sulla cripta, dove l’endemico e secolare problema dell’umidità richiedeva un intervento specifico per migliorare la situazione.

Accanto all’urgenza di risanamento e pulitura della cripta è maturata la necessità di risistemare il piano terra del palazzo abbaziale, allo scopo di predisporre ambienti più consoni alle esigenze del museo che registra un costante aumento del numero d’ingressi e delle attività, interrotto soltanto dalla pandemia, ma che già in questi primi mesi primaverili del 2022 mostra un netto indice di crescita.

Grazie alla collaborazione tra abbazia, museo e ufficio diocesano beni culturali, è stata presentata domanda di contributo al Ministero per i beni e le attività culturali e nel 2018 è arrivata la conferma del finanziamento di 500.000 euro suddiviso in due stralci. Il ministero ha erogato il contributo al Segretariato regionale Beni Culturali per l’Emilia Romagna che, in qualità di stazione appaltante, ha affidato la direzione dei lavori all’architetto Mattia Bonassisa, funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna. Il progetto di restauro e rifunzionalizzazione è stato redatto, su commissione di Arcidiocesi e Chiesa abbaziale, dall’arch. Vincenzo Vandelli coadiuvato dall’arch. Domenico Biondi dello studio “Progettisti Associati” di Sassuolo, che avevano già seguito l’intervento di recupero post sisma dell’Abbazia e che ben conoscevano la realtà in cui si doveva intervenire.

Il progetto ha previsto:

  • Basilica abbaziale – cripta: risanamento dall’umidità, migliore deflusso delle acque meteoriche, restauro conservativo delle murature e delle colonne, pulitura dei capitelli longobardi;
  • piano terra del Palazzo abbaziale: adeguamento funzionale di spazi al servizio del museo, con nuovo ingresso, biglietteria e bookshop, spazio guardaroba, sale di accoglienza, tre aule didattiche attrezzate, sala polifunzionale, rifacimento dei servizi igienici, inserimento di pedane e percorsi per l’abbattimento delle barriere architettoniche; adeguamento e certificazione degli impianti elettrici e di riscaldamento/raffrescamento.

Dopo la riapertura nel 2018 dell’Abbazia danneggiata dal sisma del 2012, proseguono dunque gli interventi per il recupero e la valorizzazione dell’importantissimo complesso benedettino di Nonantola. Grazie al consistente finanziamento del Ministero della cultura, si è potuto avviare un “doppio cantiere” finalizzato da una parte al restauro della cripta, con i suoi preziosi capitelli longobardi, e dall’altra alla rifunzionalizzazione di alcuni ambienti al piano terra dell’adiacente Palazzo Abbaziale destinati ad ampliare gli spazi del museo diocesano per l’accoglienza del pubblico e le attività didattiche ed educative.
All’inaugurazione, sabato 21 maggio dalle ore 11.00, presenzierà, fra gli altri, il Segretario regionale del Ministero della cultura dell’Emilia Romagna, architetto Corrado Azzollini.

Accanto a questi interventi, l’Arcidiocesi – proprietaria del Palazzo abbaziale – ha proceduto anche al rifacimento delle facciate esterne del complesso, che risultavano fortemente deteriorate per il degrado dell’intonaco, causato dall’umidità di risalita, e degli infissi, esposti alle intemperie.

Questa occasione segna una ripartenza del museo, dopo i difficili anni causati dalla pandemia, con nuovi ambienti ristrutturati, efficientati dal punto di vista impiantistico, al servizio della valorizzazione dello straordinario patrimonio storico e artistico del complesso abbaziale, reso ancor più accessibile e inclusivo: grazie alla realizzazione di pedane per l’abbattimento delle barriere architettoniche, tutti gli spazi del museo e il collegamento con l’abbazia saranno completamente accessibili in autonomia da persone con ridotte o impedite capacità motorie. Un valore aggiunto per un museo davvero aperto a tutti!