L'incontro si è tenuto il 3 giugno nel salone della parrocchia di Gesù Redentore alla presenza di sacerdoti, religiosi e operatori pastorali di Modena-Nonantola e Carpi

Anno pastorale 2024-2025 – L’assemblea di chiusura

Da sinistra: Trevisan, Castellucci, Gazzetti e Bellini

Si è concluso l’Anno pastorale 2024-2025.
L’assemblea si è tenuta la sera del 3 giugno, nel salone della parrocchia di Gesù Redentore alla presenza di sacerdoti, religiosi e operatori pastorali.
Al centro della riflessione il tema della pace e l’unificazione dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e della diocesi di Carpi, che potrebbe rendersi effettiva già il 1° gennaio 2026.

L’appuntamento ha preso il via con una liturgia della Parola per la pace, in particolare per le vittime del conflitto israelo-palestinese, presieduta dall’arcivescovo Erio Castellucci. «Crediamo che la pace vera non si costruisca nei laboratori oppure nelle sale della diplomazia, ma si riceva da Dio: è Cristo la nostra pace», ha commentato l’arcivescovo sottolineando che «la vera pace non si manifesta con le dichiarazioni, ma con le azioni. E va costruita ogni giorno». «Non possiamo darci pace finché non regnerà la pace: nei cuori, nelle famiglie, negli Stati e nel mondo».
Dopo la liturgia della Parola l’arcivescovo ha tenuto la riflessione dal titolo “In ascolto dei segni dei tempi” nella quale ha ricordato gli ultimi eventi della Chiesa universale – dalla malattia di papa Francesco all’elezione di papa Leone XIV – per sottolineare la continuità fra i Pontefici «nell’impegno per far conoscere l’amore di Cristo» invitando la Chiesa locale ad «alzare il capo e vivere l’universalità della Chiesa, affinché tale sguardo possa dare una mano nell’unificazione delle due diocesi».

Durante l’assemblea sono intervenuti anche il vicario generale di Modena-Nonantola, monsignor Giuliano Gazzetti, e i vicari per la pastorale di Modena-Nonantola e di Carpi, rispettivamente monsignor Maurizio Trevisan e don Claudio Bellini.

Nel suo intervento monsignor Gazzetti ha proposto una rivisitazione dei cinque ambiti del convegno Cei tenutosi a Verona nel 2006: la vita affettiva alla ricerca di un fondamento, il lavoro vissuto nella festa, le condizioni umane di fragilità, dinamismo della tradizione e la cittadinanza dei cristiani in quanto cittadini di due città: quella celeste e quella terrena. Monsignor Gazzetti ha anche ricordato la differenza tra fede e religione, spiegando che «la fede è la risposta all’amore di Dio, mentre la religione nasce da un bisogno dell’uomo che si vive in modo individualista». Il vicario generale ha ricordato che la l’Eucaristia è «il momento centrale della vita cristiana» in quanto evoca «il senso del lavoro per i cristiani, che si evidenzia quando sull’Altare viene messo il frutto della terra e del lavoro dell’uomo».

Successivamente monsignor Maurizio Trevisan ha illustrato il cammino di revisione territoriale delle Chiese di Modena-Nonantola e di Carpi, che prevede «la costituzione di cinque vicariati – Montagna, Pedemontana, Carpi, Bassa e Modena-Nonantola – con la finalità di creare realtà più grandi, omogenee e che tengano conto dei bisogni di ogni territorio» in un’ottica di «delega di competenze, favorendo la collegialità». Monsignor Trevisan ha anche parlato della revisione degli Uffici della Curia «a partire dai bisogni del territorio a partire dagli ambiti dell’annuncio – catechesi, formazione e ministerialità – e quello della prossimità, che coinvolge Caritas diocesana, il Centro missionario e altre realtà pastorali».

A sua volta don Carlo Bellini ha proposto alcuni stimoli sul tema della pace, ora al centro dell’Agenda pastorale di Modena-Nonantola e di Carpi. Il vicario della pastorale di Carpi ha parlato della necessità di «coordinare le realtà già esistenti e impegnate, a livello locale, nella promozione della pace». «Occorre portare il Vangelo ai poveri – ha detto –. La frequentazione degli ultimi fa nascere in noi la pace. Serve anche riportare il tema tra i giovani, che oggi affrontano contesti di violenza, senza dimenticare la realtà del carcere né i diversi ambiti di dialogo che vanno dall’incontro tra Confessioni diverse alle possibili collaborazioni con il mondo accademico e le associazioni attive in provincia».

È stata infine comunicata da data dell’apertura dell’Anno pastorale 2025-2026: è prevista per il 20 settembre, alle 10 del mattino, sempre a Gesù Redentore.