Don Lenzini: inizia il processo

La Tre giorni pastorale si è conclusa con l’introduzione del processo diocesano sulla vita e sulla dichiarazione di martirio del servo di Dio don Luigi Lenzini, parroco di Crocette, torturato e ucciso nel 1945. Alla sessione d’apertura del processo era presente una delegazione dalla frazione di Pavullo, dal capoluogo e da Fiumalbo, paese natale di don Lenzini. Durante la recita dell’Ora Media, a conclusione della mattinata, si sono svolti, presente il cancelliere di curia don Ettore Pini, gli atti formali del processo diocesano con il giuramento da parte dell’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi, del giudice promotore di giustizia don Angelo Cocca, del promotore di giustiazia don Camillo Pezzuoli, del notaio attuario don Gaetano Frigieri , del notaio aggiunto Franca Soli , del cursore deputato Angelo Rubbiani e della postulatrice della causa Francesca Consolini.
Le parole del diacono Ennio Baschieri, a nome del Comitato per don Luigi Lenzini, hanno preceduto la lettura delle prima sessione da parte del cancelliere e il giuramento da parte dei soggetti coinvolti nel processo diocesano di compiere fedelmente il proprio incarico al fine di accertare che il Servo di Dio , durante la vita, abbia esercitato in modo eroico le virtù cristiane fino al martirio. ‘Siamo giunti al momento cruciale di questo incontro. Inizia ora ‘ ha detto il diacono ‘ il primo atto del processo informativo diocesano sulla vita e la fama di martirio del Servo di Dio don Luigi Lenzini , parroco di Crocette. Nel raccogliere alcune testimonianze ‘ ha aggiunto – un abitrante di Crocette mi disse che al suono della campane, la notte in cui prelevarono don Lenzini, cercò di raggiungere il sagrato della chiesa, ma fu sfiorato da una raffica di mitra; rimase nascosto nel fienle per tre giorni. Da quel momento è iniziato il calvario di don Luigi e io mi sono sempre chiesto cosa gli avranno detto e cosa gli avranno fatto nel tragitto che dalla chiesa porta alla vigna dove poi fu trovato il suo cadavere’.
Dopo l’omelia di mons. Lanfranchi, l’apertura del processo diocesano si è conclusa con una preghiera per ottenere grazie e la glorificazione del servo di Dio.
 
in allegato: l’omelia di mons. Lanfranchi all’introduzione della causa