Il duomo ritrovato: termina il ciclo di restauri

Le absidi del Duomo di Modena sono state scoperte completamente dalle impalcature oggi, venerdì 21 novembre, a conclusione di un ciclo di interventi di restauro della Cattedrale iniziato nel 2006. Alla
presentazione del “Duomo ritrovato” hanno preso parte il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’Arcivescovo monsignor Antonio Lanfranchi, il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi,  il Direttore regionale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo Carla Di Francesco, il vicario generale dell’Arcidiocesi monsignor Giacomo Morandi e il responsabile di Area Commerciale Modena di Unicredit Giuseppe Zanardi.
 
Il Duomo, inserito nella lista dell’Unesco tra i capolavori mondiali che costituiscono patrimonio dell’umanità insieme alla Torre Ghirlandina e a piazza Grande, è stato riconosciuto quale testimonianza straordinaria per i suoi caratteri di unicità e autenticità.
 
“Questo importante riconoscimento – è stato sottolineato dagli interventi – comporta una grande responsabilità da parte di tutte le istituzioni: l’impegno a garantire la conservazione e la sopravvivenza del bene, a vantaggio delle generazioni future”. A questo impegno hanno risposto con risorse economiche e professionali
l’Amministrazione comunale, il Capitolo Metropolitano di Modena, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena, il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e, in tempi più recenti, Unicredit, segnando “un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato”.
 
In particolare, ai due milioni e 750 mila euro  messi a disposizione dalla Fondazione per questo ciclo di interventi (che sono parte dei complessivi sei milioni erogati a partire dal 1993 per il complesso Duomo-Ghirlandina-Piazza Grande) e ai 950 mila euro di Unicredit, si aggiungono le risorse pubbliche del Ministero per 860 mila e 350. Il
Comune di Modena, che non è intervenuto direttamente su questo restauro,  ha contribuito con un finanziamento pari a 550 mila euro per il sito Unesco.
 
I primi interventi sul paramento lapideo del Duomo sono databili a partire dal 2006, quando una porzione di materiale lapideo si distacca dal cornicione della facciata e cade sul sagrato dando inizio allo stato di allerta e al monitoraggio del monumento. Si capisce, dalle prime ispezioni, che si trova in uno stato di conservazione preoccupante.
 
La prima emergenza riguarda il cerchio inferiore del rosone della facciata in prevalenza in pietra arenaria erosa e disgregata dalle acque piovane e le vetrate istoriate quattrocentesche. Si effettuano qui, a partire dal 2007, i primi interventi di restauro, che poi proseguono sul lato settentrionale, sul lato Sud, sui torrini absidali e sulle absidi,
il cui disvelamento oggi conclude il ciclo.
 
 L’intero cantiere è stato supportato dall’intensa attività di un comitato scientifico composto da docenti universitari, esperti professionisti e tecnici del ministero che ha contribuito in maniera sostanziale a sviluppare le conoscenze sull’intero complesso Duomo-Ghirlandina.
 
Desidero esprimere la mia gioia e la mia gratitudine a tutti coloro che, in questi anni, hanno contribuito per il raggiungimento di questo importante traguardo, che restituisce la “Domus Geminiani” ai modenesi in tutto il suo splendore e in tutta la sua bellezza.
Ringrazio di cuore tutte le istituzioni – Comune, Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, Unicredit – per la loro collaborazione e per il loro sostegno economico, ma in particolare la Fondazione cassa di Risparmio per il sostanziale ed essenziale contributo, senza il quale non sarebbe stato possibile raggiungere questo obiettivo. I modenesi hanno un rapporto speciale con la cattedrale, loro sono i Geminiani; fu eretta per una grande volontà di popolo e ancora oggi è un simbolo della loro identità.
 
Un’opera d’arte non esaurisce l’ispirazione del maestro che l’ha realizzata: essa continua ad ispirare in chi la ammira, che è reso partecipe e completa la creatività dell’artista, rendendo attuale l’opera, continuando a suscitare il mistero, lo stupore, che rende partecipi di una grande ispirazione.
La restituzione della nostra Cattedrale ai modenesi e ai numerosi pellegrini e turisti segna una tappa importante del cammino della nostra comunità cristiana e anche della vita della nostra città. L’augurio è che questa collaborazione possa continuare ed incrementarsi, per valorizzare quel patrimonio religioso e civile che costituisce un bene prezioso e fondamentale per la nostra città di Modena.
 
+ Antonio Lanfranchi
Arcivescovo
 
 
 
 
Per Modena e per tutti i modenesi, oggi è una giornata importante. Con la conclusione dei lavori all’abside del Duomo e la rimozione dell’ultima impalcatura, la città “ritrova” infatti il suo Duomo, che insieme alla Torre Ghirlandina ed a Piazza Grande è parte del sito tutelato dall’Unesco e una meraviglia unica a livello internazionale. Non soltanto la Cattedrale è un capolavoro dell’arte romanica e luogo di radici e di culto, che sarà completamente qualificato con i lavori di corso Duomo che termineranno prima dell’Expo, ma è anche un elemento distintivo della città, che trova, nello spazio di pochi metri, il cuore della vita civile nel Municipio ed il cuore di quella religiosa nel Duomo. Insieme si fondono, e costituiscono un riferimento unico e straordinario per la comunità modenese. Ringrazio quindi coloro che hanno contribuito a realizzare i lavori, ed invito i modenesi a venire ad ammirare il Duomo, finalmente privo di barriere ed impalcature. 
 
Gian Carlo Muzzarelli
Sindaco di Modena
 
 
 
I temi del recupero e della valorizzazione del patrimonio artistico costituiscono una delle priorità della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che, a partire dagli anni Novanta, ha promosso numerosi interventi, agendo in stretta collaborazione con istituzioni culturali ed enti locali. In particolare la Fondazione ha svolto un ruolo attivo nella valorizzazione del Duomo e della Ghirlandina partecipando ai principali interventi avviati per la loro tutela: il rifacimento della copertura della cattedrale, l’attivazione di un sistema di monitoraggio strumentale degli edifici, il restauro del Museo Lapidario, il restauro della Ghirlandina e della facciata del Duomo. Da ultimo il consolidamento e la messa in sicurezza del Duomo, resi necessari dal terremoto del 2012, e gli interventi di conservazione sugli absidi. Ora questo gioiello dell’arte romanica, simbolo della città, viene finalmente restituito nella sua integrità alla comunità modenese.
                                                                                                                                                           
Andrea Landi
Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena
 
 
Il Duomo di Modena non è semplicemente un bene culturale. E’ il grande libro della memoria storica e culturale di una città che, pagina dopo pagina, strato dopo strato, si è depositato nel cuore del suo centro. E’ il depositario del senso più alto della spiritualità, il custode dei valori di una comunità e della sua identità. Il duomo di Modena è quasi un organismo vivente, un antico paziente, oggi tornato in piena forza fisica, che ha necessità di cure costanti e di attenzioni specialistiche. Le risorse economiche messe a disposizione dal Ministero e le competenze dei tecnici della Direzione regionale, della Soprintendenza e dell’Istituto Superiore per il Restauro e la Conservazione, stanno a dimostrare l’importanza che riveste questo monumento a livello non solo locale, ma anche internazionale. E’ con soddisfazione ed orgoglio che partecipiamo insieme alle altre istituzioni pubbliche e private alla riconsegna alla città di questa testimonianza storica di inestimabile valore.
 
Carla Di Francesco
Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna