La Chiesa modenese ad un anno dal sisma

 
 
Questa la conseguenza del terremoto, nelle parole di mons. Antonio Lanfranchi oggi: ‘A quasi un anno dal sisma, superato lo sconforto ed il disorientamento iniziale, vediamo quasi ovunque segnali di speranza. Dopo lo sbigottimento iniziale, l’illusione di risolvere tutto in breve tempo e il secondo grave colpo, il temperamento di questa gente unito agli aiuti ha fatto sì che i segnali di una comunità che vuole ripartire si vedano quasi ovunque. Vedo, tra le conseguenza, una diocesi più piccola, ma anche più grande: più piccola, perché abbiamo imparato a girarla tutti in ogni sua parte, la conosciamo strada per strada, siamo andati molte volte là dove le persone vivono; più grande perché è aumentato il senso di comunità, il bisogno di condividere, espresso in molti gesti, sono più stretti i legami e le relazioni. Se è importante ricostruire le strutture, è altrettanto necessario ricostruire il cuore delle persone. Questo è il significato della veglia di Pentecoste celebrata a San Felice sul Panaro sabato 18 maggio e della nuova colletta diocesana, che si svolgerà nelle parrocchie domenica 26 maggio’.
 
 
 
 
In allegato  il consuntivo presentato