La «Domenica della Parola», un vero dono

Nel calendario liturgico romano la «Domenica della Parola» – festa che quest’anno sarà celebrata domenica prossima, 24 gennaio – è entrata in modo definitivo a sottolineare l’importanza e il valore che la Parola di Dio ha nella Chiesa; ci si potrebbe chiedere se era proprio necessario fare un simile gesto, fissare cioè un momento di particolare attenzione alla Parola nel corso dell’anno liturgico.

Tutti i giorni, la vita della Chiesa è ritmata dall’ascolto della Parola e non solo nella liturgia eucaristica. La liturgia delle Ore altro non è che una lettura continua di salmi e brani biblici con commenti dei padri alla Parola di Dio, ogni sacramento celebrato nella Chiesa non è altro che una riproposizione di indicazioni e testi biblici.

Nella nostra diocesi conviene ricordare che negli anni ‘90 e nei primi anni Duemila, si era soliti dedicare la seconda domenica di Quaresima, che ci propone la lettura della Trasfigurazione, come momento di riflessione sul nostro rapporto con la Parola di Dio. A questo proposito sarebbe molto interessante poter rivedere tutte le pagine o gli inserti di «Nostro Tempo» dedicati a questo tema. La Parola deve entrare nella nostra vita in modo consapevole, amante, con il desiderio di comprendere quello che ci vuole dire e soprattutto di abbandonarci alla sua azione trasformante.

Partendo da queste premesse, anche diocesane, non possiamo non pensare quanto sia stata profetica la decisione del Santo Padre di dedicare una domenica nel corso dell’anno liturgico per considerare il nostro crescere del rapporto con la Parola. Forse ci si potrebbe anche chiedere: «A che punto sono le nostre comunità parrocchiali nella crescita di questo rapporto?!». La risposta è ovviamente molto difficile.

Può essere più facile, forse, riconoscere alcuni segni che hanno caratterizzato questi ultimi anni: il «Vangelo nelle case» è stato un grande moltiplicatore di interesse e diffusione del rapporto con la Parola di Dio e non solo in termini numerici ma di crescita interiore dell’ascolto. Gli incontri preparatori e di rafforzamento di questo progetto sono stati particolarmente seguiti; anche l’esperienza del «Vangeloclip», che ha ormai superato la 100ª edizione, è seguita settimanalmente da oltre 1500 persone. Inoltre, molti sono coloro in cerca di strumenti seri per la preparazione delle letture domenicali e davvero tante sono state le iniziative messe in atto nel tempo.

Possiamo però dirci contenti e soddisfatti? Purtroppo si nota come larghe parti delle nostre comunità non sembrino cogliere questi segnali. Alcune volte si percepisce che parlare della Bibbia sia qualcosa di antico e se non proprio vecchio, lontano dal modo di sentire e di agire nell’attuale mondo virtuale 3.0.

Certamente possono esserci problemi oggettivi di comprensione del testo biblico che richiederebbero una maggiore famigliarità ma forse c’è anche un problema ancora più pesante di una chiusura che il nostro mondo oppone ad un rapporto fecondo con essa.

Non è certo questa la sede per valutare i tanti aspetti che questa situazione pone. Oggi forse ne potremmo cogliere un piccolo frammento: nella lettera di Giacomo al capitolo 1,21-25 si legge: «Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla». Giacomo non invita ad un volontarismo ascetico, ma pone un problema semplice: essere discepoli è fare come il maestro. Non si tratta di eliminare gli aspetti intellettuali e conoscitivi della Scrittura ma, insieme a quelli, cambiare la nostra vita; essere testimoni credibili, non super eroi, persone in cammino di conversione! In questo tempo di pandemia dove la Parola può esercitare la consolazione vera chiediamo anche di cambiare almeno un poco. Potremmo prendere come linea guida il motto di san Filippo Neri “siate buoni se potete…”: questo suo modo di dire in realtà è molto più esigente di quanto a prima vista non possa sembrare e ci pare che interpreti fedelmente quello che san Giacomo dice. La nostra capacità di diventare discepoli, il “nostro potere”, è intimamente legato al dono dello Spirito che ci viene donato oltre che nell’Eucaristia e nei sacramenti anche dalla lettura orante della Parola di Dio.

Con gioia annunciamo una bella iniziativa di formazione biblica e di comunione ecclesiale che vede la collaborazione del Servizio Apostolato Biblico (SAB) di Modena, Reggio Emilia e Piacenza attraverso due momenti formativi intorno alla Domenica della Parola:

  1. “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39) Introduzione al Vangelo di Marco.
    Relatore don Matteo Mioni biblista di Reggio
    Domenica 24 gennaio 2021 ore 16.45. Chiesa di San Luigi, Reggio Emilia.
    Diretta streaming sul canale YouTube “UCD Reggio Emilia”;
  2. “Come un piccolo seme”. Cammini di speranza nel Vangelo di Marco.
    Relatore don Paolo Mascilongo biblista di Piacenza, direttore del Servizio Apostolato Biblico dell’Emilia Romagna
    Martedì 26 gennaio 2021 alle 21.00 sul canale YouTube “Arcidiocesi di Modena-Nonantola”.