Le omelie nei giorni di festa

 
“Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide vi è nato un Salvatore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. Così l’angelo si rivolse ai pastori in quella notte di duemila anni fa.
Dai pulpiti delle nostre Chiese, questa notte risuonano per noi le stesse parole.
Abbiamo bisogno di sentire questa buona notizia; ne abbiamo bisogno noi, raccolti in Chiesa, ne ha bisogno il mondo intero. E’ stato ed è tuttora un anno pesante quello in cui si celebra questo Natale; non c’è bisogno di dimostrarlo. Oggi più che mai abbiamo tutti bisogno di lasciare risuonare nella profondità del cuore il messaggio che ci viene da questa notte santa per aprirei ad un futuro di speranza. E il messaggio sta nelle parole rivolte dagli angeli ai pastori.
‘Vi è nato un Salvatore’: così il Vescovo alla Messa di Mezzanotte.
 
 
“Il motivo per cui la Chiesa celebra da più di duemila anni il Natale – ha ricordato mons. Lanfranchi nella Messa del Giorno –  è per dare al mondo questo annuncio stupendo: il verbo di Dio , misericordioso, inaccessibile, onnipotente, si è fatto carne, si è fatto conoscere, è venuto ad abitare in mezzo a noi, si reso palpabile e tangibile. E’ venuto a farsi uomo in tutta la pregnanza storica del termine, cioè assumendo la nostra condizione di debolezza, di fragilità, di limite, di morte, per riscattarci da tale condizione.
“Carne” designa la natura umana nella sua debolezza e fragilità.
Il Verbo, quindi, si è fatto uomo, veramente uomo, interamente uomo. E così facendo ha immesso la realtà divina nella “carne” che ha assunto. Dio s’è preso carne e sangue, sentimenti e legami nel grembo di Maria”.
 
 
 
In allegato i testi delle Omelie