Mons. Cocchi e mons. Lanfranchi riposano in Cattedrale

Il vescovo Erio Castellucci ha presentato, nel corso dell’assemblea svoltasi in Cattedrale,  il cammino della nostra Chiesa per il prossimo anno pastorale. Ad essa è seguita l’accoglienza delle salme dei vescovi  Cocchi  e Lanfranchi, sepolti in cattedrale da oggi, nella navata di sinistra ai piedi della scala che porta in sagrestia, accanto a Luisa Guidotti Mistrali.  All’altare con mons. Castellucci anche mons. Lino Pizzi, vescovo  di Forlì-Bertinoro, mons. Giuseppe Verucchi, vescovo emerito  di Ravenna-Cervia, mons. Ignazio Bedini, vescovo emerito di  Ispahan dei Latini mons. Luigi Chiesa, Vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, insieme al vicario generale di Modena-Nonantola mons. Giuliano Gazzetti, gli altri vicari  episcopali  e circa 80 di sacerdoti,  di Modena, Bologna e Piacenza-Bobbio.

Presenti  alla celebrazione in sindaco  di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il vice sindaco di Nonantola Stefania Grenzi e i familiari  di mons. Cocchi e mons. Lanfranchi.

“I vescovi che oggi accompagniamo alla sepoltura – ha detto  mons. Castellucci  nell’omelia –  nella loro Cattedrale, vicino alla dimora di San Geminiano, hanno amato e servito il loro popolo. Il vescovo Benito ha amato e servito il popolo di Dio in Bologna, in Parma e in Modena-Nonantola; e il vescovo Antonio, prima di venire qui, ha amato e servito come presbitero il popolo di Dio in Piacenza e come vescovo il popolo di Dio in Cesena-Sarsina. Hanno “amato e servito”, non “comandato e spadroneggiato”. Dobbiamo rovesciare l’immagine che spesso ci facciamo della Chiesa come una “piramide”, al cui vertice si collocano il Papa e i vescovi, poi gli altri pastori, i consacrati e alla base tutti gli altri fedeli. Papa Francesco ha ricordato che la Chiesa è semmai una “piramide capovolta”, il cui vertice, dice, “si trova al di sotto della base”, così che il vescovo è “vicario di quel Gesù che nell’ultima cena si è chinato a lavare i piedi degli apostoli” e il successore di Pietro – conclude papa Francesco – “non è altri che il servo dei servi di Dio” (Discorso del 17 ottobre 2015). Gli onori, le vesti, i piedistalli e a volte anche le prassi, farebbero pensare ad una collocazione “superiore” dei pastori rispetto al resto del popolo di Dio; forse dobbiamo ancora camminare per rovesciare questa piramide e far risaltare meglio anche al di fuori la dimensione del servizio nei vescovi, nei presbiteri e nei diaconi; ma la direzione è questa e proviene dal Vangelo: “se uno mi serve, il Padre l’onorerà”. I vescovi Benito e Antonio ci hanno aiutato a rovesciare la piramide, perché hanno servito le persone loro affidate”.  
 
 
in allegato il testo  dell’omelia di mons.  Castellucci  alla celebrazione