Nonantola, un decreto per l’indulgenza plenaria

La Penitenzieria Apostolica ha emanato un decreto a firma del penitenziere maggiore, cardinal Mauro Piacenza, e del reggente Krzysztof Józef Nykiel – in data 24 giugno 2020 – che, su richiesta dell’Arcivescovo–abate Erio Castellucci, concede per sette anni significative indulgenze alla Basilica abbaziale di Nonantola.

I fedeli potranno lucrare per sé – o per un’anima in Purgatorio – l’indulgenza plenaria alle solite condizioni, recandosi in pellegrinaggio e partecipando alle celebrazioni in Concattedrale, oppure giungendo in pellegrinaggio e trattenendosi qualche tempo, con la recita del Pater, del Credo, di preghiere alla Vergine e a San Silvestro I papa in tutte le solennità del Signore Gesù Cristo, della Vergine e dei santi, nelle memorie dei santi le cui reliquie si conservano in Abbazia, nelle memorie di Santa Fosca (13 febbraio), Sant’Anselmo (3 marzo e 1° maggio), Sant’Anseride (26 aprile), Santi Senesio e Teopompo (21 maggio), Sant’Adriano III papa (8 luglio), San Carlo Borromeo (4 novembre) e San Silvestro (31 dicembre).
Allo stesso modo sarà possibile lucrare l’indulgenza plenaria per l’Esaltazione della Croce (14 settembre), una volta all’anno in un giorno scelto dal singolo fedele ed ogni volta che si compie un pellegrinaggio di gruppo o individuale alla Basilica abbaziale di Nonantola.

I fedeli che, per vecchiaia, malattia o altre gravi cause, non potessero recarsi alla Basilica abbaziale, potranno conseguire l’indulgenza plenaria, se, detestando il peccato e formulando l’intento di assolvere alle tre consuete condizioni (confessione, comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa), si uniscano alle celebrazioni mediante l’uso di una immagine del santo di cui si celebra la memoria o la festa ed offrendo alla misericordia di Dio le proprie preghiere, i propri dolori e le proprie tribolazioni.

La Penitenzieria Apostolica, per agevolare ai fedeli il conseguimento dell’indulgenza, chiede al priore, al penitenziere e a tutto il capitolo concattedrale di prestarsi con animo pronto e generoso alla celebrazione del sacramento della penitenza.