L’organismo diocesano avrà il compito di raccogliere dati e censire ogni singolo edificio parrocchiale, per poi decidere in merito al futuro utilizzo

Un nuovo servizio per il patrimonio immobiliare

«Alla luce di quanto esposto nelle due ultime Lettere Pastorali e in seguito al lavoro intrapreso, finalizzato ad una “semplificazione” delle nostre parrocchie, risulta fondamentale una riflessione sul patrimonio immobiliare esistente e sul suo utilizzo». Con queste parole lo scorso 29 giugno l’Arcivescovo Erio Castellucci ha aperto il capitolo dedicato all’aspetto economico–gestionale del decreto pastorale «Parrocchie a servizio del popolo di Dio nel territorio». In poco più di due mesi il pastore di Modena–Nonantola ha reso concreto il proposito attraverso la formazione del Servizio valorizzazione e gestione del patrimonio immobiliare parrocchiale e diocesano, una novità prospettata nello stesso documento pastorale.

L’Arcivescovo Erio Castellucci ha infatti firmato un decreto che sancisce la costituzione di un nuovo organismo diocesano, al quale – come è riportato nel documento – saranno affidati i compiti di raccolta dati e schedatura dei patrimoni immobiliari parrocchiali; censimento, schedatura e valutazione di ogni singolo edificio; confronto con i competenti organismi parrocchiali e diocesani in merito all’utilizzo, eventuale dismissione, ristrutturazione, valorizzazione, adeguamento strutturale e impiantistico; studio di soluzioni ecologiche economiche sostenibili per la gestione del patrimonio immobiliare. Come responsabile del servizio è stato nominato don Roberto Montecchi, mentre il dottor Giovanni Nicolini è stato scelto come collaboratore.

Entrambe le nomine avranno durata triennale, fino al 2022. Nel decreto «Parrocchie a servizio del popolo di Dio nel territorio», Castellucci ha indicato anche una linea da tenere per la gestione non solo dei beni immobili, ma più in generale per la gestione delle risorse materiali della Chiesa, basata su tre criteri: trasparenza sulla provenienza dei beni mobili o immobili, attenzione all’uso pastorale del denaro («ovvero la rispondenza – diretta o indiretta – alle finalità di evangelizzazione, del culto e della carità» ha scritto il presule) e delle strutture e corrispondenza alla legge dello Stato nella gestione del beni.