XXIX Giornata del malato: un’occasione per imparare ad ascoltare

L’11 febbraio ricorre la XXIX Giornata del Malato, istituita da Giovanni Paolo II nel 1992 in memoria della apparizione della Madonna di Lourdes. Segnaliamo due contributi: l’iniziativa della Chiesa Italiana della preghiera di ringraziamento per gli operatori sanitari e il Messaggio di Papa Francesco.

L’Ufficio nazionale per la pastorale della salute propone un incontro in videoconferenza, sul proprio canale YouTube, mercoledì 10 febbraio dalle 16 alle 17; dal sito www.salute.chiesacattolica.it si può già scaricare il sussidio con le preghiere e le riflessioni.

Lo scopo è ringraziare e pregare per gli operatori sanitari, medici e infermieri. Nella pandemia da Covid-19 non sono stati eroi, secondo la narrazione retorica ricorrente, magari da dimenticare presto, ma sono state persone comuni, che hanno fatto fino ad oggi il proprio dovere quotidiano, non hanno abbandonato il campo, con sacrifici personali e familiari, anche con il sacrificio della propria salute e in alcuni casi della vita. In questo modo hanno curato i nostri malati di Covid-19. Come i malati e le loro famiglie, hanno bisogno di essere ascoltati e di rielaborare i lutti e lo stress di un periodo molto pesante: negli ospedali hanno visto morire in solitudine tanti loro pazienti, per i quali erano l’unico tramite con le famiglie; nel territorio hanno sperimentato dapprima la frustrazione di non poter essere sufficientemente utili, poi il peso di un lavoro intenso in presenza o telefonico.

L’incontro di mercoledì comprenderà l’adorazione eucaristica e le riflessioni, alternate alle letture evangeliche, su alcuni temi: «l’operatore operoso, prendersi cura dei deboli, il malato riconoscente, va’ e anche tu fa’ così».

«La relazione di fiducia alla base della cura dei malati» è l’argomento centrale del messaggio del Santo Padre per la XXIX Giornata mondiale del malato. Il messaggio dedica una particolare attenzione alle persone malate, specie le più povere ed emarginate, e a coloro che li assistono. Critica l’ipocrisia di coloro che dicono ma non fanno (Mt 23,1-12), senza coinvolgersi nella storia e nei bisogni dell’altro e facendo venire meno la coerenza fra il credo professato e il vissuto reale. Gesù usa espressioni forti per mettere in guardia dal pericolo di scivolare verso l’idolatria di se stessi. Davanti alla condizione di bisogno del fratello e della sorella, Gesù offre invece un modello di comportamento del tutto opposto all’ipocrisia. Propone di fermarsi, ascoltare, stabilire una relazione diretta e personale con l’altro, sentire empatia e commozione per lui o per lei, lasciarsi coinvolgere dalla sua sofferenza fino a farsene carico nel servizio (Lc 10,30-35).

Il messaggio approfondisce poi, dal punto di vista del malato, l’esperienza della vulnerabilità e il bisogno innato degli altri, la domanda di senso che viene imposta dalla malattia, l’esigenza «di essere visti», ognuno con il proprio volto, il volto di ogni malato e malata, anche di coloro che si sentono ignorati, esclusi, vittime di ingiustizie. L’attuale pandemia ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate e la necessità di investire risorse nella cura e nell’assistenza pubblica e territoriale delle persone malate: è una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario. Nello stesso tempo, la pandemia ha messo in risalto anche la dedizione e la generosità di operatori sanitari, volontari, lavoratori e lavoratrici, sacerdoti, religiosi e religiose.

Siamo invitati a sperimentare sempre più la vicinanza, un balsamo prezioso che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia, e a viverla, oltre che personalmente, in forma comunitaria. La comunità ecclesiale e quella civile danno sostanza, con l’impegno personale e dei servizi socio-sanitari, alla solidarietà fraterna, alla relazionale efficace con la persona, al patto di cura fra chi è bisognoso di cura e coloro che li curano. La lettura del testo integrale del messaggio di Papa Francesco è possibile sul sito della Cei.

Dante Zini, direttore Ufficio diocesano Pastorale della Salute

Gli appuntamenti diocesani

Così la chiesa modenese celebrerà la XXIX Giornata Mondiale del malato: l’Arcivescovo celebrerà una Messa martedì 9 febbraio, alle 15.15, all’Ospedale di Baggiovara, mentre alle 13.30 di mercoledì 11 febbraio incontrerà gli operatori sanitari del Policlinico di Modena, nell’aula magna, per un momento di ringraziamento e preghiera.

La Messa diocesana per la Giornata del Malato, con la celebrazione del sacramento dell’Unzione degli infermi, sarà celebrata a Gesù Redentore domenica 21 febbraio, alle 15. Il giorno prima, sabato 20 febbraio dalle 9 alle 12, sul canale Youtube dell’Arcidiocesi è invece in programma il convegno diocesano di Pastorale della Salute, in collaborazione fra gli Uffici diocesani e con la Diocesi di Carpi.