La riflessione del Vescovo Castellucci alla preghiera in Duomo per la pace

Una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina. Anche la Chiesa di Modena-Nonantola si è unita all’appello lanciato da papa Francesco, prima ancora che l’escalation della tensione tra Russia e Ucraina provocasse l’inizio del conflitto.
Nel Mercoledì delle Ceneri, l’Arcivescovo Erio Castellucci ha guidato in Duomo un momento di preghiera molto profondo e partecipato, al quale si sono uniti il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e il prefetto Alessandra Camporota, entrambi intervenuti dopo la riflessione del Vescovo per portare il loro messaggio di vicinanza al popolo ucraino a nome della comunità modenese e delle istituzioni.
Presenti anche il questore Silvia Burdese e il Consiglio delle Chiese cristiane, oltre a padre Taras Galavay, sacerdote della comunità greco-cattolica modenese.
La preghiera per la pace si rinnoverà ogni venerdì di Quaresima, alle 13.30, in Duomo.

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,27). Le parole di Gesù oggi risuonano con un accento particolarmente intenso; sono le sue ultime volontà terrene, la sua grande eredità. Come una mamma o un papà che, nel momento di lasciare questo mondo, dicono ai figli: vi consegno quello che ho di più prezioso, il tesoro che ho tenuto da parte per voi. Il Signore ci ha consegnato la pace, la sua pace. Ma troppe volte noi, come fanno alcuni figli, questa pace la distruggiamo; ci mettiamo a litigare per la spartizione dell’eredità e questa stessa eredità, la pace, si trasforma in conflitto, in guerra. Il Concilio Vaticano II, ormai sessant’anni fa, ammoniva le nazioni sempre sull’orlo della guerra – erano gli anni della “guerra fredda” tra le due superpotenze, che in questi giorni è stata rievocata – affermando: con la guerra l’umanità si trova «in grave pericolo» e, se non rinuncia alle armi, «sarà forse funestamente condotta a quell’ora, in cui non potrà sperimentare altra pace che la pace terribile della morte» (GS 82). Non è la pace del cimitero quella che Gesù ci ha consegnato: è la pace del cuore; è la pace delle relazioni, dei gesti d’amore e di dono. La storia ci insegna che la guerra armata nasce dai potenti, che la scatenano restando al sicuro nelle loro case e nei loro bunker; la pace sorge invece dalle persone semplici, che proteggono i loro cari e assistono i deboli e gli indifesi, pregano perché la ragione riprenda il sopravvento. Pochi potenti nel mondo vogliono la guerra: i popoli vogliono la pace. La gente vuole la pace: i bambini, i ragazzi, i giovani specialmente vogliono la pace.

Sofia, una ragazza di 13 anni ha scritto una lettera ai potenti, che purtroppo non la leggeranno, concludendola così: «Vi prego, non fate scoppiare la guerra. Io vorrei un futuro». E un suo coetaneo, Raffaele, ha aggiunto: «chiedo di pensare a coloro che soffrono a causa della guerra: bambini segnati per sempre dal tragico evento, ragazzi che perderebbero la possibilità di frequentare le scuole, famiglie spezzate, imprese che farebbero fatica ad andare avanti». Come sempre, i piccoli vedono lontano, chiedono pace, si prendono a cuore i più fragili.

Purtroppo, invece, continua la guerra e vengono attaccate anche scuole, asili, orfanotrofi, con centinaia di vittime anche tra i civili, e molti bambini colpiti. Centinaia di migliaia di persone stanno lasciando le loro case, viaggiando spesso tra i pericoli, e cercano rifugio in luoghi più sicuri. E qui da noi, a Modena, migliaia di persone di origine ucraina vivono nell’ansia e nel dolore per la sorte dei loro cari. Non possiamo limitarci a denunciare genericamente: dobbiamo dire con chiarezza che è in atto un’invasione, ed essere vicini in tutti i modi al popolo ucraino, che è stato ingiustamente attaccato. Non è una guerra tra due popoli – i popoli vorrebbero solo pace – è una guerra scatenata da alcuni uomini, che si ritengono al di sopra del diritto, contro uno stato sovrano e contro una popolazione intera. L’eredità di Gesù, il tesoro della pace, lo accolgono tante persone semplici. Raggi spuntano già nel buio della guerra: gesti di condivisione, celebrazioni, iniziative di solidarietà. Ringrazio il Prefetto Alessandra Camporota, il Sindaco Gian Carlo Muzzarelli e il Questore Silvia Burdese impegnati in prima persona, perché hanno accettato di presenziare, testimoniando la vicinanza e operosità di tutte le istituzioni locali. Ringrazio il Consiglio delle Chiese, composto dalle diverse confessioni cristiane. E ringrazio la società civile, in tutte le sue componenti, comprese le nostre comunità e associazioni cristiane che, con il coordinamento della Caritas, si sono immediatamente attivate per gli aiuti e l’accoglienza. Oggi noi cristiani, iniziando la Quaresima, preghiamo e compiamo un piccolo gesto di digiuno. È come dire che da soli non siamo in grado di realizzare la pace; ci illudiamo qualche volta di riuscirci, ma che siamo sempre daccapo, come in un tragico gioco dell’oca. Chiediamo il dono della pace al Signore, l’unico che può donarci la pace del cuore. Perché i potenti smettano di giocare con la vita della gente, perché il grido degli innocenti, che il Papa ha amplificato anche in questa occasione, passi dal cuore di Dio ai cuori degli esseri umani, compresi quelli che sembrano oggi sordi.

+ Erio Castellucci